29 agosto 2022
E’ difficile stare aggiornati sulla nascita di nuovi partiti politici in Italia. Fino a qualche mese fa spuntavano come funghi, poi, con le elezioni, il fenomeno si è bloccato per dar vita alle cosiddette “alleanze”.
La presenza di tanti partiti, si dice, costituisce un fattore di ingovernabilità.
Israele insegna: da anni vi si susseguono elezioni che non danno a nessuno la maggioranza e i vari governi nascono da compromessi tra partiti e partitini eterogenei, litigiosi, attaccati, più che al bene dello Stato, al proprio immediato tornaconto elettorale.
Eppure la presenza di piccoli partiti dovrebbe denotare la vivacità di una Nazione, la diversità di vedute dei suoi cittadini, le diverse sensibilità culturali e sociali. La democrazia si regge sulla presenza dei partiti. Non per niente i regimi dittatoriali impongono la presenza di un solo partito: il contraddittorio va eliminato, l’opposizione zittita e messa fuori legge (chissà quanti si sono accorti che in Ucraina, per esempio, con la scusa della guerra, il presidente ha sciolto tutti i partiti di opposizione).
Quando ci sono partiti incapaci di gestire il dissenso e il confronto al proprio interno è giusto che coloro che si ritengono impossibilitati a far valere i propri principi e le proprie idee se ne vadano e fondino un partito adatto ad esprimere i loro valori. E se proprio la governabilità deve diventare un elemento fondamentale, allora si metta uno sbarramento che impedisca l’accesso al Parlamento di forze politiche che abbiano una base eccessivamente ristretta.
Il vero problema, semmai, si pone quando ci sono partiti che non si differenziano in nulla a livello di programma, ma esistono solo con la funzione di “poltronificio” per il fondatore e pochi altri. Partiti “personali” in tutti i sensi, cioè che servono esclusivamente alle ambizioni, al narcisismo e al “cadreghino” di chi li fonda, oltre all’ottenimento di un cospicuo finanziamento statale mascherato da rimborso elettorale.
Finanziamento che, in un passato non tanto lontano, è stato utilizzato per scopi meramente “famigliari” (ma si sa che, in Italia, tutti tengono famiglia). Tra poco, dunque, andremo a votare e ognuno di noi troverà sicuramente il partito, grande o piccolo che sia, a cui affidare la rappresentanza dei propri valori e dei propri ideali.
Gustiamo questa ricchezza, che altri popoli, purtroppo, non hanno.
don Roberto