22 agosto 2022
” Non avendo nulla da dire lo dice con moltissime parole”: commento caustico di un insegnante che rifletteva sulle omelie lunghissime di un sacerdote, noto desertificatore di celebrazioni eucaristiche.
E’ proprio vero che le parole e l’uso che ne facciamo sono fondamentali nelle nostre relazioni con gli altri. Spesso la “parlantina” incanta superficialmente, ma dopo un po’ si rivelano i contenuti che le parole esprimono e, soprattutto, lo spessore della persona che dice quelle parole.
Perchè si può parlare per ore parlando di niente. Oppure si possono dire poche parole dense di significato, che restano nella mente e nel cuore di chi ascolta. La parola esprime davvero quello che siamo. A volte lo fa in un momento in cui perdiamo il controllo, quando dalla nostra bocca esce il nostro vero pensiero, che solitamente riusciamo a nascondere, per carità o per convenienza. E’ il famoso ” in vino veritas”, dove al vino possiamo equiparare la rabbia, la delusione, l’esasperazione, la stanchezza. Sono momenti dei quali chiediamo scusa con un banale “ho detto cose che non pensavo”. E invece le pensiamo eccome! Solo che non avevamo mai trovato il coraggio di dirle.
Perchè tutto ciò che diciamo in realtà lo pensiamo. E siccome siamo poliedrici, pensiamo cose spesso in apparente contraddizione tra loro. Al punto che di qualcuno si fa davvero fatica a capire che cosa abbia nella testa, visto il continuo cambiamento di opinione. E così, soprattutto per capire i politici, sono preziosi i cosiddetti “fuori onda”, cioè le registrazioni effettuate quando si crede che il microfono sia chiuso. Se si usasse questo metodo su larga scala se ne sentirebbero delle belle.
Sarebbe divertente (e alquanto imbarazzante) sentire che cosa pensano davvero, le une delle altre, persone che si definiscono intime amiche o inferiori, sempre esternamente deferenti, nei confronti dei superiori. In ogni caso le parole hanno un potere grandissimo. E dobbiamo stare attenti a come le usiamo: possono fare un gran bene oppure un gran male.
Tenere l’amore come criterio del loro utilizzo sarebbe proprio una bella cosa.
don Roberto