20 luglio 2020
“Papà” o “padri”? Persone forti che sanno anche essere autorevoli e tenere o persone deboli che sanno solo essere autoritarie e distanti? Bamboccioni più immaturi dei propri figli o uomini maturi che sono amici dei propri figli senza diventarne gli amiconi complici?
E’ complicato, il ruolo paterno. Forse ancora più di quello materno. E, qualche volta, si rischia di arrivare all’amara conclusione che, di fronte all’assenza di amore da parte del padre, ha espresso Sydney Chaplin, figlio del mitico Charlot: “Uno degli errori sentimentali più gravi della nostra epoca è quello di dover amare i propri genitori. Solo perchè due individui si sentono sessualmente attratti e ti generano come figlio, si pretende poi di instaurare l’ipocrita abitudine tribale che impone di amare quelle due persone e a loro di amare te”. Parole, queste, che trasudano cinismo. Ma forse anche sofferenza.
E sicuramente pensando anche alle difficoltà incontrate come genitore lo stesso Charlie Chaplin diceva: “Il mondo non è composto da eroi e da cattivi, ma da uomini e donne con tutte le passioni che Dio ha dato loro. Gli ignoranti condannano, i saggi provano pietà”. D’altronde, se non è facile essere genitore non lo è nemmeno essere figli. Soprattutto in un mondo complicato come quello in cui viviamo.
E però il figlio deve essere educato e, per farlo, occorre che colui che è chiamato a svolgere un compito importantissimo in questa educazione sappia tenere in equilibrio tanti aspetti, interiori e non, che possano portare frutto positivo nela vita del figlio.
Già, perchè purtroppo gran parte dei genitori che hanno ricevuto una poco sublime educazione tendono a fare la stessa cosa con i propri figli. Sembra assurdo, eppure, soprattutto i padri, spesso replicano con i propri figli ciò che li ha fatti soffrire quando nel ruolo di figli c’erano loro. Sono i misteri della psiche umana. Diventa allora essenziale, per un papà, verificarsi continuamente su quanto sta trasmettendo ai figli, su come riesce riesce ad esprimere il proprio amore e, prima di tutto, se davvero prova amore per i figli o non, piuttosto, gelosia, rancore, possessività.
Meglio non dare per scontato l’amore, perchè spesso è mischiato ad altri sentimenti, non sempre stupendi. E i danni fatti vanno avanti per generazioni. Così come il bene, del resto. E allora, per quel poco che si è capaci, vale la pena farlo, il bene!
don Roberto