27 marzo 2017
Confesso che mi piacerebbe sapere di chi è stata l’idea. E chi ha realizzato il progetto.
Perchè pagare 1.300.000 (unmilionitrecentomila!!!) euro un palco utilizzato per poche ore non è da tutti.
Probabilmente poteva riuscire nell’impresa solo un’istituzione presa da un delirio di grandezza, che avesse perso ogni contatto con la realtà, che avesse un mucchio di soldi da buttare, immolandoli all’idolo del protagonismo travestito da simbolismo.
E spiace constatare che l’istituzione suddetta è la diocesi di Milano e il palco in questione è quello dove il Papa ha celebrato la Messa nel parco di Monza.
Forse ispirati dalle nefandezze della famosa monaca, gli organizzatori dell’evento si sono fatti prendere un po’ la mano e hanno pensato che la visita di un Papa meritasse qualcosa che restasse nella storia.
Almeno nella storia del denaro gettato al vento.
E non mi consola il fatto che il tutto possa essere stato pagato dagli sponsor, quali Regione Lombardia (quindi sono anche soldi miei!), Comune di Monza, Credito artigiano, Banca popolare di Sondrio…
Mi chiedo se non ci fossero modi migliori per spendere tutti questi soldi.
Avranno pensato, i geni inventori di questa trovata, in quale situazione imbarazzante hanno messo il Papa?
Un uomo che predica a destra e a manca la povertà, che pranza a San Vittore con i carcerati, che va a fare i suoi bisogni in un bagno chimico come tutti gli altri fedeli e che si ritrova a calpestare un insieme di materiali vari, con il cui costo si potevano mantenere per un anno decine di famiglie?
Lo so che cosa mi diranno in tanti: che sono altre le cose che contano, che questa è solo polemica inutile, che è stata una grande festa di popolo, che tutti sono andati via contenti… sarà!
Ma io adesso ho un motivo in più per essere a disagio quando raccomanderò (in ossequio ai documenti dei vescovi, che sono sempre molto bravi a caricare di pesi le spalle degli altri) ai futuri sposi di non buttar via troppi soldi in fiori o ai genitori dei bambini della Prima Comunione di non fare pranzi pantagruelici.
Spero di non sentirmi rispondere che dovrei prima guardare ai soldi sprecati da certi ecclesiastici in faraoniche manifestazioni della propria insipiente vanità.
Credo che qualcuno dovrebbe chiedere scusa: al Papa, ai fedeli, a me, che sono rimasto scandalizzato, ai tanti poveri, alle famiglie che fanno salti mortali per arrivare alla fine del mese.
Con che faccia possiamo tuonare dal pulpito contro le ingiustizie e la povertà causata dagli sprechi dei ricchi?
Forse è meglio che qualcuno vada a nascondersi, rosso di vergogna.
Anche se il Popolo ha vissuto una gran bella festa.
don Roberto