Pace

16 dicembre 2024

“Natale. Guardo il presepe scolpito, / dove sono i pastori appena giunti/ alla povera stalla di Betlemme. / Anche i Re Magi nelle lunghe vesti/ salutano il potente Re del mondo. / Pace nella finzione e nel silenzio/ delle figure di legno: ecco i vecchi/ del villaggio e la stella che risplende, / l’asinello di colore azzurro. / Pace nel cuore di Cristo in eterno;/ ma non v’è pace nel cuore dell’uomo. /Anche con Cristo e sono venti secoli/ il fratello si scaglia sul fratello./ Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino/ che morirà poi in croce fra due ladri?”.

Si avvicina il Natale e diventa ancora più grande il desiderio di pace. In questa poesia di Salvatore Quasimodo vediamo il dubbio angosciato di chi guarda la storia dell’umanità e arriva a pensare che nemmeno la venuta di Gesù è riuscita a togliere dal cuore dell’uomo la brama di potere, l’istinto dell’odio e della vendetta, la violenza.

È vero: il cuore dell’uomo è pieno di cose belle e di cose brutte. Ma noi, se riconosciamo Gesù come maestro ed esempio,  sappiamo impiegare la nostra parte migliore per costruire il bene. Certo, non siamo dei poveri illusi. Sappiamo bene, perché è scritto anche nel Vangelo, che il grano e la zizzania saranno presenti insieme nella vita del mondo fino alla fine dei tempi.

Eppure non ci scoraggiamo e continuiamo a costruire un mondo migliore, più giusto, più in pace. Nel nostro piccolo viviamo e proponiamo la riconciliazione, regaliamo il perdono e aiutiamo gli altri a perdonare. Noi ascoltiamo il pianto del Bambino e non ci scagliamo verso il fratello.

Noi accogliamo Cristo e il Suo sconvolgente messaggio di pace e di amore. Non in teoria, ma nei gesti di ogni giorno.

don Roberto