5 aprile 2021
Montaigne diceva che ” si può essere umili per orgoglio”. E aveva ragione. Anche se, in questo caso, bisognerebbe parlare di falsa umiltà. D’altronde l’orgoglio è una brutta bestia, che si può camuffare in molti modi.
Anche lo stare continuamente dietro gli altri, il mostrarsi poco appariscenti, il fare professione di incapacità varie possono essere tutti modi per emergere, per attirare l’attenzione su di sè. Quando gli altri dicono: “Guarda come è umile!”, allora ce l’abbiamo fatta, ci hanno notato, ci stanno indicando come un esempio.
E l’orgoglio rischia di andare a mille. Si entra, così, in una specie di circolo vizioso, dove l’orgoglio alimenta l’umiltà e viceversa. Per questo è necessario chiederci sempre il parchè delle cose che facciamo, dei nostri atteggiamenti. Ed è altrettanto necessario risponderci con totale onestà, andando in profondità dentro noi stessi, per scovare i motivi reconditi (se ce ne sono) che ci spingono all’azione.
“Apparire” in un certo modo non corrisponde sempre all'”essere” in quel modo. Così come valutiamo noi stessi dovremo imparare anche a valutare gli altri, senza giudicarli, ma considerando tutti gli elementi necessari per fare un serio discernimento sulle persone che incontriamo e con le quali, magari, abbiamo rapporti importanti, che possono incidere in modo positivo o negativo sulla nostra vita.
La superficialità è uno dei difetti peggiori che possano affliggere la persona umana. Il finto umile rischia. Rischia, per esempio, di non ricoprire ruoli adeguati alle sue effettive capacità, di essere considerato inferiore ad altri in realtà meno dotati, ma vogliamo mettere queste quisquilie con la possibilità di essere al centro dell’attenzione, di ricevere i complimenti ammirati di chi scambia per umiltà l’orgoglio più sfrenato?
don Roberto