23 maggio 2016
Ho preso l’abitudine della mia nonna, che ogni giorno leggeva con attenzione tutti i necrologi pubblicati su ” la Provincia”.
” Per vedere se è morto qualcuno che conosco”, diceva lei. “Per meditare”, dico io.
Forse potrà apparire strano iniziare una giornata (do la prima lettura ai quotidiani in genere dalle 7.10 alle 7.30) scorrendo i necrologi, ma pensare alla morte mi sembra un ottimo modo per affrontare il trascorrere del tempo. Mi colpisce sempre la morte di persone della mia età o anche molto più giovani (spesso infatti i necrologi riportano l’età dei defunti) e penso una cosa che dovrebbe essere ovvia e invece non lo è: dopo la nascita ogni giorno è regalato! E non abbiamo nessun diritto da accampare su noi stessi e neppure sugli altri.
Sarebbe cosa saggia, dunque, vivere ogni giorno, ogni ora, ogni minuto come se fosse l’ultimo.
Quanto amore metteremmo nei nostri gesti e nelle nostre parole se pensassimo che la persona che abbiamo di fronte in quel momento potremmo non vederla più! Troppo spesso si sentono lamenti da parte di chi non ha voluto amare abbastanza chi era vivo e si rode nei sensi di colpa quando il vivo è morto. E quanti morti avrebbero fatto meglio a vivere diversamente i loro giorni invece di pensare solo a sè stessi.
Proprio mentre sto scrivendo apprendo della morte di Pannella.
E mi viene in mente il giudizio di Dio. Chissà se peseranno su questo giudizio anche le centinaia di migliaia di bambini uccisi in Italia “grazie” alla legge sull’aborto, oggetto di una delle “grandi battaglie di civiltà” del leader radicale. Chissà se dare ad una mamma la possibilità legale di uccidere il proprio figlio e allo Stato in tutte le sue componenti di uccidere un innocente fa parte dei grandi ideali che rendono un Paese migliore. Chissà domani che cosa sarà scritto nei necrologi per Pannella.
Già, i necrologi. A volte struggenti e grondanti amore e altre volte così freddi e burocratici. A volte così numerosi da far capire subito che è morto un personaggio importante. E chissà se davanti a Dio l’importanza di una persona si misura dal numero dei necrologi. O dal numero dei partecipanti al funerale.
Come sarebbe bello e intelligente pensare che l’unica cosa che tutti accomuna è l’essere peccatori infinitamente amati.
E invece dalle piramidi ai mausolei, dalle tombe marmoree alle sculture bronzee c’è ancora qualche stolto che pensa di essere più importante o più ricco degli altri anche da morto. Come mi piacciono i cimiteri militari, dove tutti, ufficiali e semplici soldati, hanno la medesima tomba!
La morte, dunque, dovrebbe essere uno dei nostri pensieri costanti per poter vivere meglio e prepararci adeguatamente all’incontro con Dio.
Come sono utili le parole finali dell’Ave Maria: “prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”.
Confidiamo nel sostegno della Madonna nel momento supremo, anche per poter realizzare quello che ogni giorno chiedeva il professor Lazzati : ” Signore, aiutami a fare della mia morte il capolavoro della mia vita”.
E per prepararci meglio a morire potremmo predisporre il nostro necrologio.
Senza ovviamente la pretesa che venga pubblicato come l’abbiamo scritto!
Altrimenti saremmo egocentrici fino alla fine!
don Roberto