14 gennaio 2019
Da qualche anno si parla di “ritorno alla natura”. Cibi biologici, cure con le erbe e i minerali, fuga dal caos e dallo stress cittadini per immergersi, più o meno a lungo, in campagne e boschi, baite malamente riscaldate e spesso pagate fior di soldi, purchè immerse nella neve (quando c’è, la neve, perchè spesso ci sono solo terreno secco e ghiaccio pericoloso…).
La natura, il nuovo mito. Che, come tutti i miti, ha poca corrispondenza con la realtà. Le immagini dei profeti biblici quando parlano, descrivendo l’età messianica, di lupi che dimorano con gli agnelli e quelle di tanti poeti, che descrivono le “età dell’oro”, sembrano essere diventate le icone di un mondo che, invece, è tutto il contrario. C’è qualcosa di più crudele della natura, dove il più forte prevale e il più debole soccombe?
E la stessa cosa vale per l’uomo, che, però, ha integrato il concetto di “forza” superando quella eminentemente fisica per introdurre l’intelligenza, la scaltrezza, i soldi, la posizione sociale…il risultato,però, non cambia e il più forte continua a prevalere sul più debole. Immergersi nella natura significa patire il caldo d’estate e il freddo d’inverno, per esempio. Significa vivere nutrendosi comunque di altri esseri viventi ( a meno che le piante non siano considerati tali).
Insomma, le cose sono molto più complesse di quanto le semplificazioni e gli estremismi vogliano far credere. E allora, forse, sarà il caso di gustare la bellezza di un tramonto e guardare ammirati e commossi un fiore senza troppe velleità romantiche, pensando anche alla durezza feroce dei “processi naturali” e a quanto sia difficile sopravvivere, in natura.
E, infine, sarebbe il caso di non dimenticarsi che l’uomo è anche un animale, capace di far prevalere gli istinti e le pulsioni più terribili, e rendendone ancora più tremendi i risultati con l’applicazione della cosiddetta “ragione”, che spesso è la maschera del sadismo e della ferocia più spietati. Considerarci anche come animali potenzialmente ed effettivamente pericolosi potrebbe aiutarci a fare qualche errore in meno e a realizzare un pochino quel progetto di Dio che porterà, un giorno, a vedere il lupo che dimora con l’agnello.
don Roberto