31 ottobre 2022
Il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, ha firmato la legge che tra quattro anni renderà legale la possibilità di utilizzare i cadaveri umani per produrre materiale organico, cioè compost, cioè concime.
La nuova legge prevede un iter molto preciso: i resti del defunto dovranno essere messi in un contenitore d’acciaio di due metri e mezzo e ricoperti di materiale organico biodegradabile come legno, fiori, paglia o erba medica. Il processo di decomposizione si completerà in circa trenta giorni. I membri della famiglia potranno usare il compost umano come qualsiasi altro tipo di concime, sia per l’orto, il giardino o il prato di casa sia per aree verdi autorizzate dallo Stato. Bisogna tener presente che ogni corpo umano può produrre compost sufficiente per coprire un’area di trenta metri quadrati.
Alla vigilia della Commemorazione dei defunti, questa mi sembra una notizia degna di nota. Non entro nel merito etico di questa legge. Voglio solo pensare al contrasto che esiste spesso tra quello che crediamo di essere e quello che in realtà siamo. E’ inutile negare che una delle tentazioni più terribili dell’ essere umano sia quella dell’orgoglio. Ritenerci superiori agli altri, sopravvalutarci (anche come reazione ad un complesso di inferiorità), sentirci sminuiti da chi non capisce le nostre eccezionali caratteristiche: sono tutti atteggiamenti molto comuni, che denotano una punta di quell’orgogliuccio che il diavolo sfrutta magistralmente per farci combinare pasticci, dal litigio con la moglie alle guerre mondiali.
Se dovessimo guardarci con occhi privi di fede vedremmo solo animali più evoluti degli altri, in perenne lotta per l’affermazione di sè, per il possesso di qualcosa o di qualcuno, capaci di calpestare qualunque sentimento, destinati a diventare, comunque la si voglia girare, concime.
Solo la fede ci permette di capire che non siamo solo un ammasso di cellule, che non abbiamo solo i bisogni primordiali, che spesso rivestiamo di buoni sentimenti. La fede ci permette anzitutto di cogliere che siamo creature amate e destinate alla vita. Al di là di come vorremo trattare il nostro corpo dopo la morte, anche quel corpo è destinato alla gloria, alla risurrezione.
Crediamo in un Risorto. La morte non è l’ultima parola. Ci può essere utile per impostare la nostra vita e fare le scelte più giuste, ma non è la realtà definitiva. Perchè, se lo fosse, la nostra vita terrena sarebbe solo una battaglia per la sopravvivenza e l’affermazione del più forte e la Terra sarebbe una giungla piena di animali pronti a sbranarsi. Grazie a Dio c’è un’altra vita.
don Roberto