4 novembre 2024
Da sempre la morte costituisce un problema per l’uomo. Anche se qualcuno ha tentato e tenta di affrontare con razionalità la questione, arrivando a conclusioni ineccepibili (la morte è un momento della vita, quindi non bisogna averne paura), che, però, lasciano ugualmente spazio ad un disagio atavico, istintivo. L’ uomo è fatto per la vita e la morte sembra contraddire clamorosamente questa propensione a vivere.
D’altra parte, il pensiero della morte e del trapasso da questa terra ci può aiutare a vivere meglio, a mettere al centro le cose che veramente contano, a fare una continua verifica per capire che cosa ci rende veramente felici. Il dover lasciare tutto quello che c’è su questa terra dovrebbe darci un distacco salutare da ciò che è caduco e si risolve nel possesso dei beni materiali. Le fede, poi, ci aiuta non solo a relativizzare la morte, che, da padrona assoluta, cinica e crudele, diventa un momento di passaggio e una maestra di vita, ma soprattutto a vedere che la vita non finisce, anzi.
a questa vita prendiamo quello che serve per quella futura. Il “prima” diventa fondamentale per il “dopo “. Scoprirci amati da Dio e chiamati suoi figli ci dovrebbe portare a rispondere con amore a questo amore. E questo ci permette di presentarci al giudizio di Dio con la certezza della Sua misericordia, ma anche con la consapevolezza di non essere stati troppo cattivi.
Ci aiuti il Signore a vedere nella morte una “sorella “, come la definiva san Francesco.
don Roberto