26 ottobre 2020
Ormai più di un mese fa si è concluso il pellegrinaggio terreno di don Roberto Malgesini.
Un pellegrinaggio denso e ricco di amore, anche se breve. Don Roberto ha saputo dare a tanti l’immagine accogliente della Chiesa. Il suo sorriso permetteva di cogliere la Chiesa come madre e non come matrigna dal volto truce. La sua presenza parlava con l’unico linguaggio che tutti capiscono, il linguaggio dell’amore. Linguaggio capito proprio da tutti, anche da chi lo avversa.
Un amore non ostentato, ma vissuto in umiltà. Non con l’arroganza del padrone, ma con la mitezza del servitore. Don Roberto ha dato la sua vita da vivo, ogni giorno, nelle scelte, nelle parole, nelle azioni che mettevano al centro Gesù. Come fanno tanti altri cristiani, che non assurgeranno mai all’onore delle cronache e che non troveranno sulla propria strada un uomo disperato capace di uccidere. Cristiani, e non, che riempiono il mondo di bene senza fare cose eclatanti, che vivono in modo straordinario la quotidianità. Persone che seminano amore, che sanno accogliere e aiutare. Persone che restano, prima di tutto, autenticamente umane.
Quando penso a don Roberto mi viene in mente la frase di Gesù “imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Ed è questo l’esempio che vorrei conservare e mettere in pratica. In fondo è questa la parte più difficile, perchè mette in gioco il nostro essere più profondo, la capacità di amare gratuitamente, senza pretendere nulla in cambio, contenti solo di aver amato. Contenti di piacere a Dio, più che agli uomini.
Io spero che inizi presto la causa di beatificazione, per don Roberto. Per tutto quello che ha fatto e, soprattutto, per lo stile con cui l’ha fatto. Preti, laici, credenti e non credenti, tutti abbiamo da imparare da un uomo innamorato di Gesù, da un uomo rimasto umano, che ha saputo tirar fuori da se stesso il meglio dell’essere umani.
So che a lui creerebbe imbarazzo finire sul calendario, ma so anche che lo farebbe, per spirito di servizio. Il suo tesoro d’amore non può essere per pochi, ma deve essere messo a disposizione di tutti, nel mondo, nei secoli.
don Roberto