3 ottobre 2022
Ottobre è il mese missionario e quale migliore occasione per riflettere sulla missionarietà della Chiesa?
Il Papa insiste spessissimo sulla “Chiesa missionaria”, una Chiesa che si rivolge alle ” periferie” del mondo e a quelle esistenziali, così da far diventare poveri ed emarginati il centro dei suoi interessi. Ma la Chiesa non può mai prescindere da Gesù Cristo, non solo come Colui che ispira e sostiene l’azione missionaria, ma anche come Colui che è oggetto dell’annuncio del Vangelo. Che senso ha la missione se non quello di annunciare Gesù Cristo a tutti.
Non dimentichiamoci che ormai viviamo in terra di missione. I Paesi che da quasi duemila anni hanno conosciuto e praticato il Cristianesimo oggi lo stanno confinando nei ricordi delle epoche passate, con le chiese trasformate in musei e le Comunità sempre più ridotte a poche persone anziane.
L’Italia (e tutto il mondo occidentale) è da rievangelizzare. Gesù è ormai uno sconosciuto, nonostante i tanti anni di catechismo e di scuola di religione che i abbiamo vissuto e viviamo. Proviamo a chiederci, però, se è Gesù che viene rifiutato oppure il nostro modo di presentarlo. E poi, oltre agli italiani, da anni ci troviamo di fronte a persone provenienti da tante parte del mondo. La maggior parte di queste persone non sono cristiane.
Non sarà per caso opera della grazia divina che coloro che i missionari fino al secolo scorso andavano a cercare e a battezzare oggi siano qui da noi? Che cosa diamo a queste persone, oltre all’assistenza materiale? Sarebbe proprio così irrispettoso della loro cultura e della loro religione annunciare Gesù come unico Salvatore e Liberatore? Come senso pieno anche della loro vita?
Noi discepoli di Gesù abbiamo un dono incredibilmente grande e bello da dare all’umanità intera. E questo dono è Gesù crocifisso e risorto. E’ così poco entusiasmante per noi partecipare all’Eucarista? E se invece ci entusiasma e ci riempie di gioia andare a Messa perchè non abbiamo il desidero intenso di portare qualcuno con noi? Non è vera anche per il poco credente o per il non credente di oggi la frase che Gesù rivolge ai primi discepoli che gli chiedevano dove dimorasse: “Venite e vedrete”. E non si tratta di fare proselitismo.
Si tratta di comunicare una gioia, di condividere un tesoro, di offrire la salvezza. Possiamo e dobbiamo essere missionari con tutti, anche all’interno delle nostre famiglie. Convinti che non c’è niente di più bello, di più grande e di più utile della presenza di Gesù, accolto e seguito. Come possiamo tenere solo per noi questa ricchezza?
don Roberto