7 giugno 2021
Ormai da mesi si lamenta la diminuzione drastica di coloro che frequentano la santa Messa domenicale. In alcuni casi la metà, in altri anche i due terzi di quanti erano abituati a ritrovarsi ogni domenica in chiesa oggi non si vedono tra i banchi.
Come mai?
Le analisi si sprecano e raccolgono tanti pareri quante sono le persone che li esprimono. Di certo c’è ancora, per qualcuno, la paura del contagio. Ed è indubbio che una certa prudenza da parte delle persone fragili sia più che dovuta. Poi ci sono coloro che trovano molto bello poter guardare la Messa in televisione o via streaming, in pace, senza distrazioni, con la propria famiglia, magari all’orario che più aggrada. D’ altronde, non si è insistito per mesi, da parte di tutti gli organi di informazione e di formazione cattolici, sulla sublime bellezza e sull’importanza del pregare in famiglia, della Comunione spirituale, della Messa vissuta in casa, così da riscoprire, finalmente, la Chiesa domestica, troppo a lungo trascurata?
E ora fare retromarcia è difficile, soprattutto quando si può scegliere la Messa che si preferisce, con il sacerdote che fa la “predica” più consona alla spiritualità di chi ascolta. Chi glielo fa fare, a costoro, di uscire di casa, magari quando piove, per andare in chiesa e sorbirsi una Messa noiosa, con il prete che parla parla senza dir niente, con le vecchiette che ripetono a voce alta tutta la preghiera eucaristica, con i bambini (e non solo) che chiacchierano…
Ce n’è abbastanza per stare in casa e vedersi in tutta tranquillità la Messa del Vescovo (“non capita tutti i giorni vedere il Vescovo che è come se venisse a trovarti a casa”, mi diceva una signora molto devota e molto pia, che potrebbe venire tranquillamente in chiesa, ma vogliamo mettere la Messa del Vescovo su EspansioneTV?).
Certo, tutto questo dovrebbe spingerci a pensare alla reale qualità delle nostre Messe e al senso della Comunità che riescono a trasmettere e a far vivere. E poi anche a quale effettivo senso della Comunità ci sia nel cuore di tanti cattolici. Tuttavia mi sembra di cogliere anche qualcosa di più preoccupante in questo abbandono della partecipazione comunitaria alla santa Messa.
Il covid ha messo a dura prova la fede. Tante persone si sono sentite abbandonate da Dio. Si sono trovate di fronte ad un Dio che non interviene per soccorrere il Suo popolo, che lo lascia patire disinteressandosi delle sue esigenze. Dov’era, durante il covid, l’Amore di Dio. Quella tragica sfilata di bare sui camion militari, quei morti seppelliti al cimitero, in qualche caso (per esempio a Como) senza neanche il prete, perchè le ordinanze delle autorità civili ne impedivano la presenza, quella speranza dopo la prima la prima ondata seguita dalla cocente delusione della seconda ondata: tutte situazioni che ci hanno messo di fronte alla fragilità dell’uomo, ma anche ad una volontà divina veramente inspiegabile. E questo può aver portato tanti alla sfiducia, quando non alla perdita della fede.
Che cosa fare, allora? Forse si tratta di pensare, di riflettere seriamente e in modo profondo su Dio e sull’uomo e sul rapporto tra questi due esseri. Forse si tratta di riprendere in mano il Vangelo e rileggerlo per ascoltare quello che Gesù ha da dirci, riguardo a Dio e all’uomo. Forse, dopo aver fatto questo, non si tornerà a Messa. O forse sì.
don Roberto