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Matrimonio e Comunione

10 Ottobre 2016 by Manuela Brancatisano

10 ottobre 2016
Mi sembra che la Chiesa si stia impegnando a fondo per un problema di pochi (anche se il martellamento a mezzo stampa lo fa sembrare di molti): dare o non dare la Comunione ai divorziati risposati.
E, nel caso la si voglia dare, elaborare i “cammini penitenziali” espletati i quali la coppia può ricevere la Comunione. Sembra anche che il problema sia molto complesso per chi è, al contrario del sottoscritto, molto versato nelle questioni teologiche e in quelle psicologiche.
Il sottoscritto, invece, è forse solo un po’ esperto in questioni demoniache, per il resto va avanti con qualche domanda semplice semplice.
Che, forse, presuppone anche qualche risposta semplice semplice.
E allora ecco le domande.
La prima: il matrimonio è ancora indissolubile?
Se lo è, qualunque altra situazione che presupponga rapporti sessuali si qualifica come adulterio.
Oppure anche l’adulterio non c’è più?
Non vorrei che si affermasse un’indissolubilità di facciata, tanto per dire che nessuno è andato contro la volontà di Gesù, per poi ammettere (come fanno gli Ortodossi) una più o meno lunga lista di situazioni che la eliminano di fatto. Altra domanda: vale ancora il principio che per ricevere l’assoluzione nella Confessione bisogna essere pentiti del peccato che si è commesso?
E se si continua a commetterlo perchè non si è pentiti?
Che assoluzione si può ricevere?
E ancora: non bastano le regole che ci sono già e che sono alquanto sagge?
Perchè non proporre seriamente alla coppia quel vivere come “fratello e sorella” che la cultura attuale vede come una cosa totalmente anormale quando invece la Chiesa lo propone a tutti coloro che non sono sposati?
E se non lo si propone per motivi psicologici e perchè il rapporto sessuale è parte essenziale dell’amore tra un uomo e una donna, a maggior ragione esso diventa lecito solo nel matrimonio.
Perchè allora anche due fidanzati che si amano…
Si dice poi, da parte di qualche teologo (poco) illuminato, che anche i preti, se “sbagliano” hanno la possibilità di rifarsi cristianamente una vita.
Avevo studiato ( ma evidentemente sarà cambiato qualcosa anche qui, negli ultimi mesi) che la legge del celibato è ecclesiastica, e quindi derogabile dall’autorità ecclesiastica che l’ha voluta, mentre la legge dell’indissolubilità è divina, e quindi inderogabile.
E i cammini penitenziali? A che cosa servono? A dimostrare che si continua a fare una cosa di cui ci si è pentiti?
O a far vedere un pentimento che in realtà non c’è?
Sempre qualche teologo parla della difficoltà di comunicare ai figli il perchè i genitori non fanno la Comunione.
Ma benedetta gente!
Basta dire la verità: “il papà e la mamma non fanno la Comunione perchè hanno scelto consapevolmente una strada che per Gesù non è giusta; Gesù continua a voler tanto bene alla mamma e al papà, ma vuole ricordare a loro e a tutti che Lui è andato in croce perchè ha amato sino alla fine e non solo per un pezzo e che i Suoi discepoli sono chiamati ad amare come ha amato Lui, senza sconti e saldi di fine stagione. Per la mamma e il papà è una sofferenza non fare la Comunione, ma la vivono come una possibilità di offrire qualcosa a favore della Chiesa e del mondo. Tanto più che è una sofferenza che si sono cercata, perchè lo sapevano prima come stavano le cose”.
La misericordia è anche chiamare le cose con il loro nome.
Ma alcuni non ci sono più abituati.
E non da oggi.
don Roberto

Posted in: Riflessioni Tag: adulterio, comunione, coppie, divorziati, matrimonio, separati

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