23 marzo
Il tempo in cui viviamo corre il rischio di vedere attuata una svalutazione della maternità. Essere mamme spesso è considerato come un ostacolo alla piena realizzazione della donna, che dovrebbe avvenire, invece, nell’ambito lavorativo.
Eppure tutti ci rendiamo conto perchè l’abbiamo vissuto (e non sempre in modo positivo) di quanto sia essenziale il ruolo della madre nello sviluppo dell’essere umano. E non si parla solo dello sviluppo corporeo. Infatti sono sempre più numerosi gli studi che affrontano lo sviluppo psicologico del bambino nella fase prenatale. Fin dal modo del concepimento, infatti, tutto ciò che riguarda l’essere umano influisce e influirà sulla sua intera esistenza. Il nascituro non è asettico, non inizia nel momento della nascita a provare sensazioni, piacere, dolore. Ha già iniziato, attraverso le emozioni e gli stati d’animo della madre. Nei primi anni di vita, poi, l’apporto materno contribuisce a dare sicurezza al bambino, gli permette di affrontare i “pericoli” dell’esplorazione dell’ambiente, delle relazioni sociali sapendo di avere una protezione, un appoggio, ma anche uno stimolo a “osare”, a non rinchiudersi in una relazione esclusiva e morbosa con la madre stessa.
Per svolgere adeguatamente questo compito la madre deve saper uscire da se stessa,mettendo tra parentesi le sue esigenze, e vivere per lo sviluppo dell’altro, ascoltandolo, imparando a decifrarne il linguaggio e i segnali, a capirne le esigenze, a distinguere i veri bisogni dai capricci, stabilendo con il bambino una relazione matura, dove non prevalga mai l’io di entrambi. Questa relazione si sviluppa attraverso il tatto, lo sguardo, il sorriso e la parola, sapientemente dosati a seconda del momento che il figlio si trova a vivere. Così il bambino sarà preparato ad essere un adulto capace di vivere relazioni equilibrate, all’insegna del dono di sè e nella ricerca continua del bene dell’altro.
Viceversa, una mamma frustrata, che vede nel bambino una fonte di sicurezza, o una egocentrica, che ha un bisogno estremo di attenzioni e che può solo “possedere” l’altro, senza amarlo, rischiano di provocare danni irreparabili nella vita dei figli. E qui entra il ruolo importantissimo del padre, di cui parleremo prossimamente. Se, dunque, una mamma investe in maniera sbagliata nella relazione con i figli corre il rischio di soffocarli, di chiedere loro un affetto eccessivo,che riempia i vuoti della insoddisfazione materna.
Siamo nell’anticamera del dolore, dei tradimenti, dell’infantilismo cronico, delle scenate, di tutto quello che può rovinare la vita delle persone. Siamo nella situazione di tutti quei figli (maschi e femmine) che non riescono a staccare il cordone ombelicale perchè la mamma lo tiene legato con un triplo nodo, fatto anche di ricatti più o meno velati, di sensi di colpa suscitati nei figli più sensibili, di autoritarismo spesso travestito da amorevolezza che cerca solo il bene dell’altro…
Insomma, è difficile fare la mamma. E probabilmente servirebbero dieci vite per eliminare tutti gli errori. Ma di vita ce n’è una sola e allora diventa indispensabile la fiducia in Dio, che accompagni un serio impegno umano.
don Roberto