8 maggio 2017
Si può rendere un fatto storico verità assoluta fissandolo per legge?
Può la legge determinare ciò che è realmente accaduto a livello storico?
Nel caso ci fosse una legge di questo tipo che preveda anche effetti penali, come deve comportarsi la ricerca storiografica?
Forse sono questioni inutili. Ma forse no: perchè se questo è l’andazzo allora diventano comprensibili tante leggi che demoliscono la libertà d’opinione, anche quando l’opinione è formulata in modo rispettoso e senza la pretesa che sia una verità assoluta, pur con qualche aggancio anche scientifico.
Ed è strano che leggi di questo tipo siano promulgate in Paesi che hanno fatto dell’apertura e della laicità dello Stato una bandiera di libertà, come in Francia con il divieto di portare il velo per le donne islamiche.
Ma veniamo a noi.
Qualche mese fa il Parlamento italiano, che, come si sa, non ha cose più importanti di cui occuparsi, ha approvato una legge che punisce con la reclusione da 2 a 6 anni il negazionismo, cioè l’incitamento all’odio razziale fondato in tutto o in parte sulla negazione della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra.
Poveri storici! Hanno una responsabilità grandissima perchè dal loro giudizio su un determinato fatto può dipendere la gattabuia per diverse persone. Le quali non potevano esprimersi diversamente da come il fatto è stato “ufficialmente” interpretato dallo Stato.
Una questione da poco, si dirà. Non tanto, a mio parere.
Perchè se esprimere opinioni su materie comunque opinabili (e la storia lo è in sommo grado, perchè basta la scoperta di un documento per cambiare il senso dei fatti stessi) diventa reato, allora dobbiamo guardarci dall’uso che certe lobby potrebbero fare dello strumento legislativo.
Leggi sull’omofobia, sull’islamofobia, sulla cristianofobia e su tutte le fobie del mondo potrebbero trovarsi le porte spalancate, a seconda delle convinzioni e del peso elettorale di chi le ispira.
D’altronde anche recentemente abbiamo assistito al tremendo fuoco di fila dei politici e di alcuni artisti (Roberto Benigni) contro la trasmissione Report.
Mettere il bavaglio alle opinioni, anche quando sono suffragate dai fatti, è il lavoro dei regimi totalitari.
Il pensiero unico fa sempre comodo.
I roghi non li ha fatti solo l’Inquisizione.
E per i tanti bruciati dalle Chiese cristiane non dimentichiamoci i tanti ghigliottinati dai paladini dell’ “egalitè, fraternitè, libertè” e i milioni di persone sterminati nei Paesi dove avrebbe dovuto brillare radioso il “sol dell’avvenire”.
In ogni caso informiamoci bene, prima di esprimere valutazioni su tanti fatti storici.
Potremmo finire in galera. A nostra insaputa, ovviamente. Ma, si sa, la legge non ammette ignoranza.
Converrà davvero che a scuola si cerchi di studiare bene la storia, nella sua versione approvata dallo Stato.
Come all’epoca del Minculpop.
don Roberto