6 febbraio 2017
Ha suscitato molte polemiche il fatto che il ministro della Pubblica istruzione, Valeria Fedeli, si qualificasse sul proprio profilo come laureata in scienze sociali mentre era in possesso di un semplice diploma della scuola per assistente sociale.
Il ministro, colto in flagrante, ha immediatamente corretto il suo profilo, ma la figuraccia rimane.
Ci si può fidare di una persona che tarocca il proprio curriculum?
È credibile una persona simile?
Ma c’è dell’altro in questa vicenda.
Mi sembra di cogliere, infatti, una sorta di complesso di inferiorità per cui se non sei laureato non sei nessuno e quindi non puoi occupare certi posti.
Da notare che anche il ministro della Giustizia non è laureato e nemmeno il mitico Valter Veltroni (che è ancora atteso con ansia in Africa) e chissà quanti altri (anche Francesco Rutelli ha conseguito una laurea triennale pochi giorni fa. Da 40 anni non frequenta l’università, avendo sospeso gli studi molto prima della laurea per dedicarsi a tempo pieno alla carriera politica a fianco di Marco Pannella. Ma, si sa, di un politico non si butta via niente e infatti gli sono stati tenuti buoni gli otto esami di architettura superati 40 e passa anni fa!).
E tuttavia non riesco a capire la levata di scudi di chi grida allo scandalo perché un ministro non è laureato.
Una volta si poteva far politica solo se si aveva un censo superiore, adesso solo se si ha un titolo di studio ritenuto adeguato.
Il che vuol dire che un bidello non potrebbe mai fare il ministro della Pubblica istruzione, un infermiere (non quelli di oggi, che sono laureati) non potrebbe mai fare il ministro della salute.
E chi l’ha mai detto che un laureato sia meglio di un diplomato?
Il titolo di studio rende forse persone migliori?
Io conosco laureati cafoni, arroganti, presuntuosi, ignoranti e anche totalmente incompetenti nella materia stessa in cui si sono specializzati. Purtroppo aver studiato all’università non garantisce cultura, capacità di relazioni, modestia e saggezza.
Il titolo di studio e’ semplicemente garanzia di aver frequentato un certo tipo di scuola, non necessariamente di aver studiato ed essere adeguatamente preparati.
E nemmeno di essere intelligenti.
Con buona pace di chi vive beandosi di sentirsi chiamare “dottore”, Gesù ha detto che i segreti del Regno non sono rivelati ai sapienti e ai dotti, ma ai piccoli.
Studiare è una delle cose più belle del mondo, ma solo se ci rende persone migliori e ci fa innamorare sempre più di Dio.
Ben vengano, allora, un ministro non laureato, un vescovo non laureato, un industriale non laureato.
Visti i risultati ottenuti da chi aveva la laurea…
don Roberto