Lasciti

10 ottobre 2022

All’inizio fu Radio Maria: e gliene dissero di tutti i colori. Oggi lo fanno tante associazioni e lo fanno spudoratamente, in televisione, nella “normale” pubblicità. Mi riferisco alla richiesta di essere ricordati nel testamento (ovviamente, non solo in quello spirituale). Sembra che anche in questo ambito la concorrenza sia micidiale.

E d’altronde perchè non pensare a fare del bene anche dopo morti? Purtroppo è molto diffusa la pessima abitudine di litigare ferocemente tra eredi quando c’è da spartirsi il malloppo. E se manca il testamento è ancora peggio: ci si guarda in cagnesco per generazioni.

Persone che per tutta la vita hanno accumulato pensando di far felici, alla propria morte, figli e nipoti in realtà sono causa di rancori e di vero odio. Basta una piccola differenza nella distribuzione del bottino e subito entrano in gioco avvocati o, peggio, qualche colpo di pistola. E allora vale davvero la pena di pensare anche a chi ha bisogno, nel momento di stilare le ultime volontà.

Certo, l’ideale sarebbe fare del bene quando si è in vita, senza aspettare l’ultimo momento. E poi bisognerebbe tener presente la trasparenza dell’ente a cui si vuole lasciare qualcosa. Da questo punto di vista io, per esempio, escluderei a priori un ente che non pubblicasse i suoi bilanci. In ogni caso sarebbe davvero meglio morire con poco o niente perchè si è vissuta una vita di dedizione agli altri, dedizione nella quale è compresa la donazione continua di ciò che si ha.

La scena impressionante del capitolo 25 del Vangelo di Matteo, nella quale i buoni e i cattivi vengono premiati o puniti in base al servizio reso o non reso ad affamati, assetati, stranieri, carcerati, ci fa capire che ci sono tantissime persone che possiamo e dobbiamo aiutare. Ognuno, poi, avrà le proprie modalità di aiuto, le proprie tecniche in base ai carismi e alle caratteristiche che ha ricevuto da Dio, ma aiutare il prossimo non è facoltativo.

Ricordiamoci, dunque, di aiutare finchè siamo di qui, senza dimenticarci che possiamo aiutare materialmente anche grazie al nostro “transito” dall’altra parte.

don Roberto