13 novembre 2023
Qualche decennio fa venivano definiti “cristiani della soglia”. Oggi i sociologi della religione preferiscono chiamarli “zona grigia”.
Chi sono? Sono tutti quei battezzati che non hanno rifiutato Gesù, ma nemmeno vanno pazzi per Lui. Ogni tanto pregano (anche in chiesa, quando non c’è nessuno), quando se lo sentono vanno anche a Messa (comunque poche volte, di solito quando hanno bisogno di chiedere qualcosa di grosso), condividono qualche valore cristiano, si riconoscono nella bimillenaria “cultura cristiana “, fondamento della nostra civiltà (alcuni di loro si definiscono “atei devoti”).
Spesso queste persone vengono guardate con commiserazione, e anche un po’ di astio da parte dei cosiddetti cristiani praticanti e impegnati nel volontariato. In fondo, occupare la zona grigia vuol dire costruirsi un religione di comodo, dove l’individuo è misura delle regole e non si misura mai, invece, con un Dio che ha qualcosa di preciso da esigere.
È facile essere cristiani della soglia: si fa sempre come si vuole, alla ricerca esclusiva del proprio star bene. E tuttavia dobbiamo guardare in modo gioioso tutte queste persone (sono la stragrande maggioranza), dovremmo essere grati a Dio per una fede che non si è del tutto spenta, come uno stoppino che è bagnato, ma poi si accende, per un rapporto con Dio che resiste alle intemperie del mondo, anche se ne è condizionato.
E allora è bello vederle a Messa a Natale, vederle che si fanno il segno della croce quando passano davanti alla chiesa o quando partono per un viaggio…è la base, questa, per una fede più profonda, perché dalla soglia si faccia qualche passo per entrare nell’ intimità di Dio.
don Roberto