2 agosto 2021
” Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la corsa, ho conservato la fede” ( 2Timoteo 4,7).
Mi hanno sempre impressionato queste parole di San Paolo. Arrivato alla fine della vita, l’apostolo fa una specie di bilancio e constata di aver “conservato la fede”.
Dunque non è poi così facile conservare la fede se un uomo del genere lo deve annoverare tra i risultati positivi della vita. Ogni tanto si incontrano persone che sostengono di “avere una grande fede”. Più che guardarle con ammirazione mi viene spontaneo pregare per loro. Perchè la nostra fede è fragile e solo davanti alle prove grandi possiamo verificarne la forza reale, non quella presunta di quando le cose non vanno troppo male.
Davanti ai tratti impervi della strada che il Signore ci fa percorrere non è facile mantenere salda la fede. Quando soffriamo noi o soffrono le persone a cui vogliamo bene non è così scontato riuscire ad affidarsi a Dio, a vivere con serenità il dolore. Viene la tentazione di ribellarsi ad una Volontà che non sentiamo amorevole, ad un Dio che sembra essere lontano, silenzioso, apatico. La fede, allora, può vacillare e ridursi a nulla, anzi, può addirittura diventare rinnegamento e bestemmia.
D’altronde, il demonio è pronto a sfruttare i momenti in cui siamo deboli, in crisi, per allontanarci ancora di più da Dio. E’ il suo scopo quello di isolarci, di staccarci dal Creatore, così da chiudersi all’azione della Sua grazia e rimanere senza il Suo sostegno. Conservare la fede, quindi, è difficile.
E occorre alimentarla continuamente, la fede, attraverso la preghiera e i Sacramenti. Senza mai ritenerci troppo forti e rimanendo umili, consapevoli che fidarsi totalmente di Dio e abbandonarsi al Suo volere non sono cose così semplici da realizzare. Ce lo insegnano le vicende del popolo di Israele nel deserto, durante il cammino verso la terra promessa: ogni volta che si presenta una difficoltà vengono messe in dubbio le parole del Signore e la Suo volontà di bene.
“Dio non è qui”, ” Dio non mi ama”, “Dio non esiste”: anche il più bravo discepolo potrebbe arrivare, prima o poi, a fare queste affermazioni. E allora preghiamo perchè il Signore ci tenga una mano sulla testa… e noi teniamo la testa sotto la Sua mano.
don Roberto