Insegnanti

24 luglio 2023

Mestiere difficile, oggi, quello dell’insegnante. Anche perché, forse, è qualcosa in più di un mestiere: è una vera e propria missione. Certo, non  da tutti gli insegnanti sentito e vissuto come tale, ma da tantissimi sì.

Una missione da realizzare con pochi mezzi a disposizione,  con uno stipendio spesso risibile,  in una situazione umana piena di disagio e di miseria spirituale. Nella società in cui viviamo la scuola continua ad essere uno dei luoghi educativi per eccellenza. E siccome la “scuola” non è un’entità astratta,  coloro che vi lavorano le possono dare un’impronta, positiva o negativa. In un mondo in cui si perde sempre più il senso e la stima dell’autorità,  in cui l’apparire dà un senso (?) alla vita,  in cui la bravata irragionevole diventa motivo di vanto e di considerazione “social”, l’insegnante diventa un argine alla stupidità e tenta di proporre un qualcosa che vada oltre la pura e semplice animalità. Ovviamente con tutti i difetti e le fragilità che ogni essere umano porta in sé.

In un contesto simile le notizie di insegnanti aggrediti dai genitori degli studenti o fatti oggetto di tiri al bersaglio e di coltellate da parte di ragazzi che vanno a scuola (faccio proprio fatica a chiamarli “studenti”) rischiano di essere percepite come “normali”, e non c’è nulla di peggio dell’assuefazione per rendere davvero normali atteggiamenti che meriterebbero la più grande esecrazione.

Una preghiera per gli insegnanti è quanto mai opportuna: perché non perdano l’entusiasmo,  perché continuino ad avere fiducia nelle Istituzioni,  perché riescano a vedere tutto il bene presente negli allievi e si mettano sempre più d’impegno perché i ragazzi lo concretizzino nella loro vita.

don Roberto