31 maggio 2021
No, non voglio parlare dell’ inferno come luogo di pena eterna. Voglio parlare dell’inferno che è possibile vivere qui, su questa terra. Quante persone riducono la propria esistenza ad un insieme di situazioni tristi, tragiche, trasudanti dolore e sofferenza? Tante.
Per scelte sbagliate, per un carattere ipersensibile, per incapacità di adattarsi alle circostanze, per tanti motivi si può vivere l’inferno su questa terra. E poi viene in mente la terribile frase di Sartre: “L’inferno sono gli altri”.
Quante volte effettivamente gli altri sono la causa di una profonda infelicità? Persino gli affetti più cari spesso diventano il luogo nel quale si consumano dispiaceri immensi, che tolgono la serenità e la voglia di sorridere. Non parliamo poi di altre relazioni che comunque si è costretti a vivere: i colleghi di lavoro, i superiori, i vicini di casa…tutti sono potenzialmente adatti a fare di noi degli infelici.
A questo punto, però, non si può fare a meno di pensare che l’inferno più terribile qualcuno ce l’ha dentro di sè. Le paure, le ansie, le incertezze, la non accettazione di come si è, il desiderio smodato di avere sempre di più, l’incapacità di vedere il bene e il bello che ci circondano…Come dice Gesù, è dall’interno dell’uomo che escono le cose impure. E questi sentimenti ci fanno essere dei poveri infelici.
L’inferno è precisamente questa mancanza di felicità, questa tristezza di fondo che colora di grigio o di nero i nostri giorni. Vivere un inferno significa perdere di vista il bene, restare immersi in una realtà che ci procura solo dolore, avere uno sguardo distorto che non ci permette più di cogliere la presenza di Dio. Spesso siamo proprio noi che ci costruiamo l’inferno su questa terra e che, purtroppo, lo facciamo vivere anche agli altri.
Quando siamo scontrosi, iracondi, lamentosi, egocentrici, incapaci di ascoltare facciamo un pessimo servizio a chi incrocia le nostre strade, siamo portatori di infelicità. E siamo molto più contagiosi del covid. Se Sartre ci avesse conosciuto non avrebbe fatto fatica a trovare conferme alla sua suddetta frase. Sarebbe una buona abitudine, dunque, prima di dire o fare qualcosa, pensare a quale impatto ciò possa avere sugli altri : inferno o paradiso?
E sarebbe giusto scegliere il paradiso. Solo che, qualche volta, “giusto” e “facile” non coincidono. E allora si preferisce essere un po’ inferno, per gli altri e per se stessi.
don Roberto