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Guerra

19 Ottobre 2016 by Manuela Brancatisano

24 ottobre 2016
Lago Turkana, Kenya, diecimila anni fa.
La prima strage di cui si abbia notizia.
Con resti di armi di ossidiana (micidiali, all’epoca) sono stati rinvenuti decine di scheletri di uomini e donne (una anche incinta) con il cranio, le costole e molte altre ossa fratturate.
Una battaglia si è dunque svolta ottomila anni prima di Cristo sulle rive di questo lago africano, combattuta con il meglio che la tecnologia potesse allora offrire.
Da allora non sono stati fatti molti progressi pratici.
E anche se la guerra viene ormai aborrita da molti, tuttavia dentro il cuore di ognuno continua ad albergare la violenza.
Certo, nel corso della storia la razza umana si è molto impegnata per evitare che la violenza regolasse i rapporti e diventasse l’unico metodo per risolvere le contese.
Ma dentro l’essere umano il bisogno di avere un nemico è insopprimibile.
Avere qualcuno con cui prendersela, anche solo a livello verbale, aiuta a mantenersi vivaci.
Peccato che spesso questo rovina la vita, ma non si può essere perfetti.
Il “beati i miti” di evangelica memoria non sembra molto di moda. E forse non lo è stato mai.
D’altronde è molto più difficile costruire la pace che fare la guerra.
Il conflitto resta la via più breve e apparentemente più comoda per sistemare le questioni controverse.
Ce lo insegnano gli animali, con le loro gerarchie segnate dalla prevalenza dei più forti.
Io credo che non esista nessuno che possa dire di non avere un “nemico”.
Lo sanno bene gli abitanti dei condomini, dove spesso si creano situazioni di vera e propria violenza fisica, dovute magari ad anni di soprusi, di prepotenze e di sopportazione.
E non sono molto diversi gli ambienti di lavoro (tutti, anche quelli ecclesiastici!), che sono spesso teatro di invidie, di cattiverie, di delazioni.
Che dire, poi, delle famiglie, che diventano purtroppo la prima la prima palestra dove si insegna e si impara la violenza in tutte le sue accezioni (verbale, psicologica, fisica)?
Perchè tutto questo? E’ il peccato originale? E’ la naturale predisposizione dell’uomo ( il mito del “buon selvaggio”, come tutti i miti, è una panzana colossale!)?
Sono convinto che comunque un credente in Cristo ha un qualcosa in più per riuscire ad evitare la spirale della violenza, del nemico da combattere e da annientare: HA Cristo!
E, con la grazia di Cristo, è possibile mettere in pratica i Suoi esempi, è possibile arrivare a credere in modo profondo e convinto che gli altri sono davvero miei fratelli, Tutti, non solo gli amici e i compagni di merende, di gruppo e di clan. Perchè la pace deve essere prima di tutto nel cuore e viene dalla convinzione che davvero Gesù è tutto.
Allora potrà esserci il confronto anche serrato, il richiamo e la correzione, ma tutto sarà fatto senza astio, senza rancore, senza odio o invidia.
Allora la guerra passerà di moda, perchè non avremo bisogno di nemici per affermare la nostra personalità, per crescere e per sentirci vivi.
Ci basterà amare.
don Roberto

Posted in: Riflessioni Tag: guerra, guerre, liti condominiali, pace

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