27 aprile 2020
In questi tempi ci siamo accorti di quante persone dovremmo ringraziare.
Persone la cui presenza e il cui lavoro diamo per scontati. Persone a cui non conferiamo una grande importanza in periodi normali. Eppure sono persone che fanno un grande servizio, con umiltà, magari esse stesse non pienamente consapevoli della loro essenzialità.
E invece, a causa delle chiusure/aperture decise dalle autorità preposte, ci siamo resi conto che esistono categorie senza le quali la nostra vita sarebbe molto peggiore.
E qui non voglio scomodare tutti coloro che anche nella comune percezione sono sempre visti come indispensabili (il personale sanitario, le forze dell’ordine ecc.) ma quanti rendono possibile il completamento della filiera che come ultima tappa la nostra casa. Da tanti giorni, quando dalla casa parrocchiale osservo la barriera autostradale di Grandate, vedo passare quasi esclusivamente camion. E penso a chi li guida e a chi sistemerà tutte quelle merci nei magazzini e a chi le distribuirà e alla cassiera che lascerà intuire un sorriso dietro la mascherina…
Spesso, durante la Messa, nel momento dell’Offertorio, rifletto su quelle poche e splendide parole che presentano il pane e il vino come “frutto della terra e del lavoro dell’uomo”. E vado con la mente ai campi e ai vigneti, al lavoro duro di chi li coltiva, ma anche ai progetti dei biologi, dei chimici, degli ingegneri fino ad arrivare alle suore che materialmente “fanno” le particole e al corriere che consegna il vino… quante persone lavorano per permetterci di fare la Comunione?
Del resto, anche in questo periodo ho potuto leggere tutti i giorni il giornale perchè la signora edicolante di Grandate ha continuato a tenere aperta l’edicola e a consegnare i giornali a domicilio e perchè qualcuno li ha scritti e stampati e distribuiti, quei giornali e perchè qualcuno ha prodotto la carta su cui stamparli…
Potrei continuare quasi all’infinito, ma credo che questi pochi esempi servano a farci vedere ciò che solitamente non vediamo e cioè il lavoro umile e nascosto di migliaia di persone che rendono vivibile la nostra vita quotidiana.
Un “grazie!” grande, dunque, a tutti coloro che rendono migliori i nostri giorni.
don Roberto