22 aprile 2019
Pasqua di fuoco per la Chiesa di Francia. Ma forse per tutta la Chiesa.
Le immagini delle fiamme che divorano la cattedrale di Parigi possono essere lette come una parabola. La Chiesa sta andando a fuoco. Gli scandali, le coperture degli scandali, la mentalità mondana, i compromessi con le opinioni di moda (quasi che svendendo la “merce” si possa allargare la clientela), i vuoti intellettualismi, il bisogno di una riforma profonda, “in capite e in membris” (se mai sarà possibile una vera riforma delle coscienze, visto che i difetti sono stabili ormai da millenni, insieme alle virtù, e quindi potrebbero essere, gli uni e le altre, genetici), l’aggrapparsi alla solidarietà umana come ragion d’essere di un’istituzione che da sempre si china sulle sofferenze dei poveri, ma che non ha in essa il fine e la causa del suo esistere…tutto questo e altro ancora potrebbe essere visto come materiale che quelle fiamme sono state inviate a bruciare.
Forse quelle fiamme sono un segno che ci richiamano all’esigenza profonda di ritornare a Gesù, che dice: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra” ( Luca 12,49). Un fuoco purificatore, che, come a Notre Dame, risparmia la struttura e distrugge gli orpelli, anche se questi orpelli erano frutto dell’ingegno umano.
Tante discussioni che rendono tutto discutibile, anche il Vangelo, tanti arzigogoli che fanno perdere di vista il centro, tante questioni di lana caprina che riducono la Verità ad un insieme di opinioni…
Chi siamo, come Chiesa? E che cosa traspare del nostro essere discepoli di Gesù? Ognuno di noi deve bruciare qualcosa di sè per ripristinare la centralità di Gesù nella propria vita. Nessuno può tirarsi fuori, nessuno può dire ” tocca agli altri”.
La Chiesa siamo tutti. Tutti siamo Notre Dame.
don Roberto