Funerali

10 luglio 2023

Che cosa diranno di noi quando saremo morti? Se potessimo assistere al nostro funerale ci renderemo conto di che cosa siamo stati nella vita.  In occasione del funerale, si vanno a cercare le cose buone, per poche che siano, del defunto, i gesti di bontà, anche se rari , da lui fatti, le virtù, anche se striminzite,  che ha avuto.  Ne viene fuori un quadro quasi sempre positivo o, male che vada, neutro.

Da una parte questo è molto bello, perché ci insegna a cercare il bene in chiunque e ovunque,  sicuri di trovarlo. Anche il comandante di Auschwitz amava profondamente sua moglie, i suoi figli, i cani e i cavalli. Ma la realtà spesso ha anche altri aspetti, un po’ meno positivi. E potremmo chiederci, allora, quanti, tra i presenti al nostro funerale,  saranno lì sinceramente dispiaciuti perché è morta una persona da cui hanno ricevuto del bene.

Al netto dei presenti per rappresentanza (si riconoscono subito, perché di solito sono quelli che si mettono gli occhiali scuri per non far vedere che non piangono e poi non perdono occasione di ridacchiare tra loro raccontandosi storielle divertenti o facendo battute idiote sul morto e sulla morte), quanti partecipanti potrebbero dare testimonianza del nostro altruismo, del nostro impegno, della nostra fede, del nostro amore?

Sarebbe importante fare un conto approssimativo adesso che siamo ancora vivi, così da poter eventualmente correre ai ripari se la cifra fosse piuttosto bassa. Non possiamo permetterci di sprecare il tempo che ci è dato,  perché non sappiamo quando finirà.

don Roberto