8 aprile 2019
Forse è difficile ammetterlo, ma ognuno di noi ha le sue fragilità.
Siamo fragili dal punto di vista fisico, perchè basta un nulla per ritrovarci ammalati, bisognosi di tutto e di tutti.
Siamo fragili dal punto di vista psicologico, perchè spesso non riusciamo a tollerare e a gestire emozioni, sentimenti, stress.
Siamo fragili dal punto di vista spirituale, perchè spesso la nostra fede è debole, soggetta al nostro stato fisico e psicologico, forte quando tutto vabene, un po’ meno quando le cose vanno male.
Siamo fragili. E sarebbe opportuno tenerne conto per cercare di capire di più noi stessi e gli altri. Anche chi ostenta sicurezza (magari perchè è davvero sicuro) ha qualche fragilità. Non serve a nulla nasconderla e nascondersi. Si diventa solo più fragili.
La fragilità, poi, è spesso legata ad alcune caratteristiche stupende: la sensibilità, la delicatezza, la capacità di tenerezza ci rendono più vulnerabili, ma sono anche i punti di forza più importanti per riuscire a capire e aiutare l’altro.
Essere fragili, dunque,non è negativo. La natura umana prevede necessariamente la fragilità, la cui manifestazione estrema è la morte. Non siamo eterni su questa terra e neppure onnipotenti. Non sappiamo quanto e come vivremo, di chi avremo bisogno e di quanto saremo di peso…e allora perchè non riscoprirsi solidali davvero con tutti, bisognosi di dare e di ricevere amore, senza giudicare troppo, senza crederci superiori agli altri?
Quante volte la nostra debolezza potrebbe suscitare pietà, commiserazione, disprezzo? Quante volte potrebbe suscitare compassione, comprensione, amore? Nel primo modo reagiranno i duri di cuore, spesso indotti a questo atteggiamento dal tentativo di occultare le proprie fragilità. Sono quelle persone che non accettano se stesse e quindi non possono accettare neanche gli altri.
Nel secondo modo reagiranno coloro che, abituati cogliere le proprie fragilità, riescono a vedere quelle degli altri con uno sguardo di benevolenza e con tanta tenerezza. Auguriamoci di essere nel secondo gruppo. E cominciamo ad apprezzare, se ancora non l’abbiamo fatto, la nostra fragilità come segno di profondità e di bellezza dell’anima.
don Roberto