12 giugno 2017
Qualcuno avrà letto, fra i titoli dei giornali di alcuni giorni fa, il commento che il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, faceva alla sentenza del TAR del Lazio che bocciava la nomina di cinque direttori di Musei italiani: “una figuraccia davanti al mondo”.
E chi si fermava al titolo rischiava di prendersela con il Tribunale che, per puro ossequio ad una burocrazia vecchia e decrepita, aveva deciso di ostacolare l’ennesima grande riforma del governo gestito dal “rottamatore” per eccellenza (a proposito di rottamazione: ma da quanti anni Franceschini è in politica?), facendo fare all’Italia una figuraccia davanti al mondo intero, visto che il piatto forte degli incarichi elargiti dal ministro era costituito dalla nomina di alcuni ” prestigiosi” direttori stranieri, tra cui uno di quelli esautorati dal TAR e cioè il direttore del Palazzo Ducale di Mantova, l’austriaco Peter Assman.
Ma prima di decidere a chi attribuire la figuraccia sarà meglio mettere in evidenza alcuni fatti.
Correva l’anno 2001 e il governo presieduto da Giuliano Amato, nel quale Dario Franceschini siede con il prestigioso ruolo di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, approvava il Decreto legislativo n.165 secondo il quale i dirigenti della Pubblica Amministrazione (tra i quali sono annoverati i direttori dei musei) devono essere cittadini italiani.
La norma potrà essere giudicata iniqua e obsoleta, ma è ancora in vigore.
Ed è curioso che uno di quelli che l’ha varata ne abbia dimenticato l’esistenza, nominando alla guida di prestigiosi Musei italiani cittadini stranieri (tra i quali uno svizzero e un americano, quindi “extracomunitari”).
Ma il TAR ha fatto di più. Infatti ha giudicato illegittima la nomina di quattro direttori italianissimi a causa dei “criteri di natura magmatica” che hanno guidato l’opera di selezione realizzata dal ministero.
I candidati che hanno presentato il curriculum sono stati sentiti in colloqui a porte chiuse, per circa un quarto d’ora (due addirittura via skype, quindi con la possibile presenza di suggeritori) e senza alcuna trasparenza sui punteggi che hanno ottenuto.
Mi sembra ovvio che, davanti a cinque ricorsi di candidati esclusi, il Tribunale non poteva far altro che dar loro ragione.
Di chi è, allora, la figuraccia davanti al mondo?
E il povero Matteo Renzi ha dichiarato che adesso bisogna riformare i TAR! E’ proprio vero che ognuno ha i suoi sogni. Per esempio qualcuno sogna tribunali che diano sempre e comunque ragione al Governo.
Se non lo fanno bisogna metterli nella situazione di non nuocere.
Ho l’impressione che quelli che vanno in giro a fare il saluto romano rischiando di essere arrestati siano solo patetici nostalgici che suscitano persino tenerezza.
Perchè i nostalgici veri sono quelli che si riempiono la bocca di parole come “democrazia”, “libertà”, “trasparenza” e poi odiano qualunque forma di contrasto al proprio messianico ruolo di “riformatori”.
Ovviamente accusando gli altri di essere liberticidi. E i primi liberticidi, in questo caso, sarebbero i giudici che hanno deciso di applicare le Leggi in vigore. Che sovversivi, questi giudici!
Sarebbe opportuno un bel campo di rieducazione di staliniana memoria!
Mi sembra che ognuno possa trarre le proprie conclusione.
Ma una cosa mi sembra indiscutibile: che figuraccia, questi politicanti!
don Roberto