23 agosto 2021
Ormai è un fenomeno diffuso: costruirsi la propria religione. Un atteggiamento che parte dall’ignorare il Vangelo, conosciuto solo per sentito dire e non per esperienza diretta, unito ad una avversione per tutto ciò che sa di istituzione, di ingabbiamento della libertà (che, purtroppo, viene fatta coincidere con la libertà di fare quello che si vuole, sempre e comunque) e, quindi, escludente il ruolo della Chiesa.
C’è da dire, però, che rimane molto intenso il bisogno di Dio o di una spiritualità che vada oltre ciò che è prettamente materiale. Si vorrebbe star bene e non sempre la vita, così come si svolge oggi, permette di realizzare questo desiderio. Si corre, ci si affanna, ma è difficile dare un significato profondo al nostro esistere. D’ altra parte il desiderio di star bene rischia di rientrare tra i desideri che si vorrebbero realizzare in fretta o , meglio ancora, subito. E così anche la dimensione spirituale diventa un elemento da concretizzare immediatamente.
Ecco allora l’assemblaggio di ciò che, nelle varie religioni e filosofie, potrebbe dare la felicità o risolvere questioni non troppo facili, come quelle del male, della sofferenza, dell’infelicità. Ognuno si sente libera di costruirsi una personalissima religione “mista”, che, solitamente, solitamente, vede i diversi elementi uniti da un collante molto particolare: il proprio comodo.
Via tutto quello che procura fatica e sacrificio, via tutto quello che richiede impegno e fedeltà, rimangono gli elementi che possono dare sicurezza, un po’ anestetizzanti e fondati sul nulla. La figura di Cristo, per esempio, viene esaltata nei suoi aspetti di amore e pace universali, di misericordia e accoglienza, ma ci si guarda bene dal prendere in considerazione gli aspetti difficili, il sacrificio che l’amore necessariamente richiede, la porta stretta di un percorso individuale fatto anche di rinunce impegnative…
Quindi oggi, quando parliamo di “cristianesimo” dobbiamo andare a verificare quanto veramente siamo cristiani. E non solo in ciò che facciamo (è comunque sempre molto difficile mettere in pratica gli insegnamenti di Gesù), ma anche in ciò che crediamo. Un primo passo sarebbe quello di leggere, in modo profondo e continuativo, il Vangelo. Così potremo almeno dire di aver incontrato personalmente Gesù.
don Roberto