24 giugno 2019
E’ finalmente arrivata l’estate. E con l’estate, guarda un po’ che strano, il caldo.
“Che caldo!” è la lamentela tipica di chi, fino a qualche giorno fa, si lamentava per il freddo e perchè “non ci sono più le stagioni”.
I “lamentosi” svolgono una funzione importante: ci aiutano a capire che ci vorrebbe proprio poco per essere contenti e vivere un po’ più sereni. I professionisti della lamentela, infatti, ci fanno pensare, per contrasto, che ci sono tantissime cose belle, che rischiano di passare inosservate. E tante altre cose ovvie (per esempio il caldo in estate), delle quali bisognerebbe farsi una ragione se proprio proprio non riusciamo ad apprezzarle.
La funzione sociale di chi si lamenta in modo coatto è, quindi, fondamentale. Permette di rifiutare la rassegnazione e di trovare ostinatamente il positivo nella realtà che ci circonda, anche solo per non darla vinta ai profeti di sventura, a quelli che si accorgono dell’albero che cade e non della foresta che cresce. Certo, qualche volta è difficile non cadere nella rete della lamentela.
E si rischia, anche, quando ci si sforza di vedere il positivo!
Si rischia di essere considerati come dei poveri illusi, che non si rendono conto del mondo in cui vivono, oppure dei bastian contrari che non accettano, per puro esibizionismo, l’opinione dominante e,quindi, per ciò stesso giusta. Per noi cristiani, poi, “discepoli di un Risorto”, dovrebbe essere anche più facile vedere e apprezzare i segni della presenza di Dio nel mondo e nella nostra vita. Ma anche nel nostro ambito sembra che le ombre siano molto più appariscenti delle luci.
E allora, senza negare le ombre, proviamo a guardare anche le luci. E cerchiamo di esserne contenti. Qualche giorno fa una persona mi ha fatto vedere un video che riprendeva il ritorno delle lucciole nel suo giardino. Io pensavo che le lucciole fossero ormai un ricordo della mia infanzia e invece…
E poi, Domenica scorsa ho visto diversi nidi di rondine sotto i tetti del Santuario e delle case vicine. Pensavo che anche i nidi di rondine dovessero restare relegati tra i ricordi della mia infanzia e invece…
Non vorrei essere blasfemo, ma ho visto, nelle lucciole nei nidi di rondine, un segno di Dio, che ci invita a sperare. E, di conseguenza, a lamentarci un po’ di meno.
don Roberto