Elasticità

3 febbraio 2020

Una cosa cosa che ammiro nei giovani è la capacità di prendere posizioni nette, bianco o nero, senza sfumature e vie di mezzo. Anch’io ero così. Forse tutti sono così, da giovani. Poi si fanno tante esperienze, ci si confronta con tante situazioni e, soprattutto, con tante persone. E così si allargano gli orizzonti, si vedono le tante sfumature della vita, di sè stessi, degli altri. E si capisce che spesso non è possibile realizzare il bene assoluto e bisogna impegnarsi per il “meglio possibile”. Senza mai abbandonare i grandi ideali bisogna fare però i conti con la loro effettiva possibilità di realizzazione, in un determinato contesto, con determinate persone.

E’ l’arte del compromesso, che può far storcere il naso a qualcuno, ma che è indispensabile, quando è guidata dall’ amore e dall’autentica ricerca del bene. Diceva Oscar Wilde che ” solo un idiota non cambia mai idea”. E senza arrivare ad essere come tanti dei nostri politici, che cambiano idea talmente spesso da non ricordarsi più che idee hanno, tuttavia bisogna tener conto delle esperienze a cui la vita mette di fronte per elaborare nuove idee, nuovi modi di pensare, di parlare, di agire. Di essere.

Certo,qualcuno potrebbe fare tutto questo per opportunismo, per fare carriera, per cercare il consenso. Coperchi che vanno bene per tutte le pentole. Questa è l’elasticità in senso negativo. Ma c’è anche un’elasticità positiva, quella di cui parlavo prima, che è espressione di maturità, di consapevolezza dei propri limiti e di quelli degli altri, che permette di capire quando e come bisogna parlare e agire per realizzare tutto ciò che è possibile. Non è facile mantenere tutto questo nel giusto equilibrio. Ma non è facile nemmeno in tante altre cose mantenere il giusto equilibrio. Forse perchè l’equilibrio è una virtù piuttosto rara.

La capacità di mettere in discussione sè stessi e quello che si pensa alla luce delle situazioni che si vivono è indispensabile anche per accostare il mondo con rispetto e senza troppi pregiudizi, senza le divisioni di campo, prettamente adolescenziali, dove il bene sta tutto da una parte e il male tutto dall’altra.

D’altronde, anche nella sequenza chiediamo allo Spirito Santo di piegare ciò che è rigido. Senza elasticità, san Paolo sarebbe rimasto uno zelantissimo fariseo.

don Roberto