25 maggio 2020
Capita spesso di incontrare persone tormentate dai dubbi. E altrettanto spesso persone piene di certezze granitiche.
Entrambe le categorie fanno parte di quella degli insicuri. Un’insicurezza che può diventare vera e propria malattia, manifestandosi come incapacità assoluta di decidere autonomamente oppure in incapacità assoluta di ascoltare i pareri e i consigli degli altri nella convinzione che solo le proprie idee siano sempre quelle giuste.
Queste persone fanno tanta tenerezza, perchè sono tanto fragili e vivono all’eccesso degli opposti estremi una realtà importante come quella del dubbio. Il principe de Ligne, scrittore e militare belga, morto nel 1814, diceva: “Ci sono due razze di sciocchi: quelli che non dubitano di niente e quelli che dubitano di tutto”. Come sempre, la virtù migliore è quella dell’equilibrio.
Il dubbio non è mai negativo in sè. Aiuta ad approfondire, ad andare oltre le certezze acquisite, stimola addirittura la fiducia. Il dubbio permette di non credersi onnipotenti detentori della verità, aiuta ad ascoltare e valutare le opinioni altrui, facendone un arricchimento per le nostre. Davanti a un dubbio la persona equilibrata sente il bisogno del confronto con chi ne sa di più, cerca il consiglio del saggio, scopre in sè stessa forze e caratteristiche sconosciute, impara la virtù dell’umiltà e dà una sforbiciatina all’orgoglio egocentrico. Il dubbio provoca anche a decidere, perchè la persona equilibrata arriva, dopo aver esaminato tutto, a decidere.
Non è detto che prenda la decisione giusta, ma, se non altro, non è arrivata a quella decisione in modo superficiale. In questi tempi, poi, la mancanza di certezze anche nel campo scientifico ( ogni scienziato dice la sua, diversa da quella degli altri) ci dovrebbe stimolare a farci le domande serie della vita. E le risposte a queste domande sono quelle attorno alle quali la vita la costruiamo. Perchè qualche certezza esiste, comunque.
Per esempio quella che tutti dobbiamo morire.
don Roberto