24 gennaio 2022
E’ di qualche tempo fa la notizia che l’arcivescovo di Gorizia, mons. Redaelli, ha nominato cancelliere arcivescovile l’avvocata Alessia Urdan. Buon segno, per la Chiesa.
Sia negli organismi vaticano sia in altre parti del mondo ecclesiale le donne si stanno facendo strada (ha fatto scalpore, per esempio, la nomina di una donna, suor Tseghereda Yohannes, a segretario della Conferenza episcopale eritrea). Intendiamoci: non è che una donna, semplicemente perchè tale, sia necessariamente migliore di un uomo. Il merito non è una questione di “genere”. E appunto su questo bisogna cominciare a ragionare.
Davvero ci sono donne meritevoli tanto quanto ci sono uomini meritevoli. Riconoscere questa verità tanto ovvia non è così ovvio. Soprattutto in ambienti dove i maschi hanno un ruolo ancora numericamente preponderante. Cambiare mentalità non è mai facile. L’idea che una donna sia veramente pari all’uomo fa fatica a trovare accoglienza. E i fatti lo dimostrano. Ma le strade di Dio si sviluppano, anche se con lentezza e con qualche deviazione dovuta agli esseri umani, che, uomini e donne, qualche volta provano a mettere i bastoni tra le ruote ai progetti divini.
Sarebbe bello se tutti lasciassero perdere rivendicazioni che sanno di frustrazione e resistenze che sanno di debolezza, per camminare insieme e rendere la Chiesa più bella e attraente. Sarebbe bello se tutti mettessimo come unica motivazione del nostro agire l’amore per Dio…
Ma tutto questo è utopia. Molto meglio, allora, fare passi piccoli e continuativi. Accontentiamoci di Alessia Urdan e di mons. Redaelli, per adesso. Chissà quante altre meraviglie ci riserverà il futuro!
don Roberto