Disillusi

19 giugno 2023

Si incontrano spesso persone disilluse, cioè persone che si erano illuse di poter o di veder cambiare qualcosa e invece hanno dovuto prendere atto che nulla è cambiato. Vale per ogni ambito: politica, società, Chiesa…

E quando la delusione è grande, quando ci si è magari anche impegnati a fondo senza risultati (anzi, spesso con l’unico risultato di essere emarginati e guardati con commiserazione), allora viene la tentazione di tirare i remi in barca e pensare a sé stessi e alla propria serenità.  L’ideale del “quieto vivere” è sempre a disposizione. È lo stile del don Abbondio di manzoniana memoria,  che non difende mai i deboli e cerca sempre di compiacere i potenti. Quando ci si ritira in buon ordine dopo aver combattuto si rischia, però,  di entrare nel numero di coloro che si sono convinti dell’impossibilità del cambiamento. E questo è l’errore più grande, perché lascia da parte Dio.

Dio può arrivare dove le creature non arrivano,  Dio può far maturare dopo decenni i semi. Allora bisogna continuare a seminare, superando la delusione, evitando il cinismo, continuando ad agire per il bene, sperando in Colui che può.

Finire per essere disillusi pessimisti e lamentosi non è cristiano. E non lo è nemmeno il chiudere gli occhi per non vedere il bene che riempie il mondo.

don Roberto