15 ottobre 2018
“Jesus” è un mensile della “San Paolo” e spesso pubblica notizie e servizi un po’ controcorrente e politicamente scorretti, anche nei confronti di situazioni e andazzi interni alla Chiesa cattolica.
Nel numero di Luglio ha pubblicato un dibattito interessante che ha lasciato piuttosto perplesso il sottoscritto, povero prete badilante e ingenuo, che crede ancora che le Beatitudini siano da attribuire a Gesù e la moltiplicazione dei pani e dei pesci anche.
Il dibattito pubblicato era tra Edmondo Lupieri (professore di Nuovo Testamento e Cristinesimo antico alla Loyola University di Chicago), don Alberto Cozzi (docente di Cristologia alla Facoltà teologica di Milano e ivi preside dell’Istituto superiore di Scienze religiose, cioè il luogo dove si formano gli insegnanti di religione), Adriana Destro ( docente emerito di Antropologia culturale all’Università di Bologna), Mauro Pesce ( docente di Storia del Cristianesimo all’ università di Bologna e in diverse altre università nel mondo) e Marinella Perroni ( docente di Nuovo Testamente al Pontificio ateneo S. Anselmo di Roma).
La presentazione del dibattito, a firma della redazione, è già alquanto significativa: “Di sicuro sappiamo che è esistito (Gesù, ndr.-Verrebbe da tirare un sospiro di sollievo ndr), che era un ebreo, che è stato battezzato da Giovanni Battista, che ha pronunciato un certo numero di parabole, ha scelto un numero ristretto tra i discepoli e ha predicato l’avvento imminente del Regno di Dio.Sulla figura di Gesù di Nazareth però non ci sono molte altre certezze storiche. Probabilmente non aveva immaginato una sua morte così precoce e cruenta. Sicuramente non aveva alcuna intenzione di fondare una nuova religione”.
Immagino lo sconcerto di tanti cristiani normali che hanno sempre creduto che Gesù avesse previsto e annunciato la propria morte e risurrezione almeno tre volte ai discepoli. E tutti i discorsi e tutti i miracoli… raccontini edificanti, frutto della fantasia delle prime comunità. Potremmo dire che la Chiesa è la più grande creatrice di fake news della storia dell’umanità.
D’altronde da un gruppo di gente in realtà fondato da Paolo di Tarso che cosa ci si poteva aspettare? E ora propongo qualche fiore, tratto dal dibattito: “Non possiamo più illuderci di avere fonti sicuramente affidabili (i Vangeli, ndr) perchè in effetti le nostre fonti sono già il risultato di una tradizione, magari solo di alcuni decenni, ma comunque risultato di un’interpretazione ben connotata teologicamente. In effetti quello che abbiamo è una serie di interpretazioni che si esprimono attraverso il racconto del personaggio Gesù” (Lupieri).
” Posto che Gesù è veramente esistito e non è una figura mitologica, concordo sul fatto che gli studi fino a oggi ci consentono di cogliere solo alcuni frammenti della sua persona e della sua vicenda umana. La fede è, a mio avviso, precisamente la pretesa di stabilire un nesso, anzitutto narrativo, tra quei frammenti. E tale nesso narrativo parte dall’incontro con il Risorto. Altrimenti si fa fatica a capire il perchè della memoria tramandata intorno alla sua figura” ( Cozzi).
“La teoria teologica secondo la quale Gesù viene a porre fine ai sacrifici del tempio perchè la sua morte è il sacrificio per eccellenza, sostitutivo di quelli del tempio, è pura teologia anti ebraica. Allo stesso modo l’ultima cena di Gesù non è stata un sacrificio, basta studiare l’antropologia dei sacrifici ebraici del tempo. Di conseguenza viene a cadere l’idea che la sua morte fosse un sacrificio” (Destro).
“Gesù non voleva costruire una comunità religiosa alternativa all’ebraismo, però certamente era promotore di una forma di ebraismo anti-establishment che ha provocato la reazione dei sommi sacerdoti e di altri ambienti ebraici molto influenti” (Perrone).
“Gran parte degli esegeti non pensa che Gesù avesse previsto la sua morte. Quindi le tre predizioni della morte del Vangelo di Marco, riprese da Matteo e Luca,ma assenti in Giovanni, sarebbero una creazione dei primi discepoli di Gesù, per dare un significato allo scacco terribile della sua morte. La credenza alla risurrezione poi portò a una reinterpretazione di tutto il messaggio di Gesù. Perchè in effetti egli aveva predicato l’avvento del regno di Dio, ma aveva parlato pochissimo della risurrezione. Gli esegeti su questo sono concordi: il tema della predicazione di Gesù non era la risurrezione. Questo diventa il tema centrale, che sostituisce quello del regno di Dio, solo in Paolo di Tarso. E qui si pone l’enorme problema della discontinuità del cristianesimo rispetto a Gesù: come mai da un predicatore ebreo, che non voleva fondare una nuova religione, è nato il cristianesimo, che peraltro si caratterizza abbastanza presto come anti ebraico?”( Pesce). Continua…
don Roberto