3 maggio 2021
“Che cosa vuoi che io faccia per te?”: è la domanda che Gesù rivolge al cieco a Gerico ( Luca 18, 35-43). E, a prima vista, sembrerebbe una domanda dalla risposta scontata: che cosa potrebbe volere un cieco se non riacquistare la vista?
E proprio questa, infatti, è la richiesta di quell’uomo. Ma la stessa domanda Gesù la rivolge a noi, e con lo stesso intento, che è quello di farci chiarire i nostri veri desideri. Che cosa desideriamo, davvero, nella vita? Se avessimo una sorta di lampada di Aladino e ci fosse concesso un solo desiderio, che cosa chiederemmo?
Credo che la risposta arriverebbe dopo tanto tempo e dopo aver fatto un elenco molto lungo di richieste via via cancellate, una dopo l’altra. Che cosa reputiamo assolutamente necessario per la nostra vita? Immagino che nella nostra mente si affollino tante situazioni, fatte di benessere spirituale o materiale, ma qui bisogna proprio scegliere una sola cosa che renda reali queste situazioni.
Ognuno si confronterà con se stesso, ovviamente, tenendo conto di tante variabili, a partire dalla considerazione di sè come individuo solitario o come persona in relazione con altre persone. Credo, comunque, che su tutto aleggi quella parolina che ogni tanto si fa spazio nei nostri pensieri, anche solo per dichiararsi assente, e cioè la parola “felicità”. In ogni caso può essere un esercizio utile quello di guardare dentro noi stessi cercando di individuare i nostri desideri più importanti.
E sarebbe bello, dopo aver tanto pensato, di arrivare alla conclusione di non desiderare nulla di diverso da ciò che abbiamo già. Una vita che va già bene così: che cosa potremmo desiderare di più?
don Roberto