20 gennaio 2020
Vi ricordate quando, alcuni anni fa, papa Francesco raccolse la borsa caduta e terra alla signora in carrozzella?
Allora tutti a elogiare un gesto inaudito,un Papa che scendeva a livello dell’uomo, un evento talmente incredibile da poter essere qualificato come “storico”. Erano i primi tempi del pontificato e il successo umano e mediatico del Papa era alle stelle. Persino un gesto normale e ovvio diventava impresa epica.
In questi tempi capita la stessa cosa, al contrario. E cioè un gesto certamente negativo diventa quasi un assassinio perpetrato da colui che, secondo il parere di qualcuno, con le sue uscite verbali e gestuali senza controllo sta decisamente contribuendo alla distruzione di Santa Romana Chiesa.
Che cosa è successo di così grave? Lo ricorderete: una fedele ha afferrato il braccio del Papa strattonandolo e, a giudicare dall’espressione di dolore apparsa sul volto del Pontefice, facendogli male. Per liberarsi dalla presa, Francesco ha dato uno schiaffo alla mano della fedele.
Reazione istintiva, umanissima, forse poco in sintonia con l’invito a porgere l’altra guancia (l’altro braccio, nella fattispecie), ma, diciamo la verità, chi può dire di essere sempre perfettamente in sintonia con il Vangelo?
Il giorno dopo il Papa ha chiesto scusa durante l’Angelus, anche per aver dato il cattivo esempio al mondo intero.
Sant’uomo, questo Papa! Capace anche di chiedere perdono non solo per gli sbagli fatti dai discepoli di Gesù in tanti secoli di storia, ma anche per i suoi personali, di vecchietto ottantatreenne che si fa prendere da un moto d’ira. Certo, non ha dato un bell’esempio con quello schiaffo. Ne ha dato però uno bellissimo chiedendo scusa.
Potessero imparare tanti personaggi pubblici che si macchiano di nefandezze ben peggiori e non riescono mai a formulare quella parolina magica: “perdonatemi”. Un Papa uomo, che sbaglia e chiede scusa. Forse lontano dalla perfezione, certamente in cammino dietro a Gesù.
don Roberto