6 dicembre 2021
“Quando sono debole è allora che sono forte”. Sembra contraddittoria questa frase di san Paolo. E invece la debolezza è elemento costitutivo della nostra forza.
Si è forti, infatti, quando si è pienamente consapevoli di sè. E la persona che è consapevole di sè è capace di cogliere le proprie debolezze e di tenerle in considerazione nella gestione della propria vita, nelle scelte grandi e piccole, nelle relazioni con gli altri e con le cose. Le singole debolezze, poi, non possono che rimandare alla debolezza strutturale della creatura umana. Già parlare di “creatura” potrebbe far sobbalzare quanti sono pronti a scommettere sull’onnipotenza e sull’invincibilità dell’umanità.
Ma solo se l’uomo si percepisce finito, limitato, debole, appunto, può dirsi pienamente uomo. Accogliere la debolezza, nostra e degli altri, è un passaggio fondamentale anche sulla strada della felicità. Sapere che il dolore, la malattia, la tristezza, l’impossibilità di fare tutto e di arrivare a tutto sono parte importante della nostra esistenza ci aiuta a guardare in faccia la realtà concreta e non i sogni e le illusioni. Ci aiuta a tenere i piedi per terra e guardare con occhi di benevolenza noi stessi e gli altri, gli errori e le storture che costellano la vita di ogni essere umano. Vedere le nostre debolezze ci permette di gettare uno sguardo nella profondità del mistero dell’uomo, per scoprire che esso è strettamente collegato con il mistero di Dio.
Già, perchè noi restiamo un mistero anche per noi stessi. Essere deboli può non far piacere, ma constatarlo ci può essere di grande utilità. Nonostante tutte le conquiste dell’uomo basta un niente per metterci fuori combattimento. Pensiamo anche solo ai disastri che ha combinato un esserino invisibile come il covid.
E allora diventa ancora più importante rimanere umili e non presumere di essere i padroni del vapore. La nostra superbia e la nostra superficialità, unite ad una smodata sete di benessere, possono essere fonte di grandi sofferenze, per noi e per chi verrà dopo di noi. Sarà il caso di mettersi davvero a servizio gli uni degli altri per crescere insieme nella consapevolezza che non si può essere felici da soli.
don Roberto