9 novembre 2020
E’ inutile negarlo: l’ultima intervista del Papa con argomento le persone omosessuali ha suscitato tanto scalpore e tanti interrogativi. Applausi sono venuti da certi settori “progressisti”, ecclesiali e non, forti critiche dai settori “conservatori”, un assordante silenzio da parte delle gerarchie ecclesiastiche.
E una gran confusione regna tra i fedeli. Confusione perchè mal si riescono a conciliare le prese di posizione molto drastiche, anche recenti, su determinate questioni e le aperture di segno totalmente opposto. Confusione perchè non si riesce più a capire quale sia la dottrina cattolica da prendere in considerazione quando si tratta delle scelte morali. Confusione perchè, alla fine, ognuno “dice la sua” e il cattolico normale a chi deve credere?
Un modo ci sarebbe per creare meno confusione: il Papa dovrebbe parlare solo attraverso documenti magisteriali, riservando esclusivamente ad essi la trattazione di tematiche estremamente delicate. E invece, da qualche decennio, stiamo assistendo ad una profluvie di interventi papali: interviste a giornalisti e cineasti, conferenze stampa improvvisate sugli aerei, libri, omelie durante le Messe feriali, opere teatrali, poesie… manca solo un bel libro di ricette (suggerisco anche il titolo: ” Il Papa mangia così”).
Oggettivamente in una tale mole di interventi non è facile distinguere quelli nei quali il Papa espone le sue opinioni personali (valide come quelle di chiunque altro) e quelli in cui parla a nome della Chiesa intera. Ma poi: il Papa può permettersi di esprimere opinioni personali, sapendo che queste verrebbero certamente interpretate come opinione della Chiesa?
Fare il Papa non è facile e credo che comporti una sorta di “spersonalizzazione”: l’uomo deve continuamente mettersi da parte per lasciare spazio al ruolo. Quando si è sempre sotto i riflettori bisogna pensare alle conseguenze pesanti che possono avere anche i piccoli gesti e le parole dette solo per dare aria ai denti. In questi decenni abbiamo assistito ad un progressivo avvicinamento della persona del Papa alle persone “normali” e questo è certamente positivo. Ma la positività finisce quando il Papa stesso diventa, nell’immaginario comune, uno dei tanti, uno che può dire e fare stupidaggini, perchè è un uomo come gli altri. Quando una siffatta concezione si trasferisce sul piano dottrinale è grave. E ogni volta dovremmo impegnarci a fondo solo per stabilire se, in questa o quella occasione, il Papa ha parlato da Papa o da uomo qualunque.
Ci son già tante cose a cui pensare che almeno questa il Papa di turno potrebbe risparmiarcela! E, comunque, un po’ di monastico silenzio non guasterebbe.
don Roberto