27 maggio 2019
Ha fatto scalpore l’intervento del cardinal Krajewski, elemosiniere del Papa. Il porporato, infatti, non è passato all’onore delle cronache per qualche altisonante affermazione sulla carità, sull’accoglienza, sulla solidarietà, bensì per essersi calato in un pozzetto e aver riattivato di persona (pare che in gioventù avesse esercitato la professione di elettricista) l’elettricità ad un palazzo occupato abusivamente da un’associazione e da diverse centinaia di “inquilini”, di 21 diverse etnie, con un’osteria, una ludoteca, vari spazi ricreativi, un ambulatorio medico…e con circa 300.000 euro di bollette arretrate (a chi debbano essere intestate le bollette è un enigma per la mia limitata mente: se sono tutti abusivi come si fa a sapere chi ci abita?).
E così il cardinale, prode cavaliere senza paura, si cala nelle viscere della terra e infrangendo i sigilli con piglio maschio (ma lui sostiene che non ci fosse alcun sigillo) ridona, con somma gioia di tutti, la corrente elettrica a poveri, ammalati, bambini e a tutti gli altri. Particolarmente contenti devono essere stati i cattivoni della società, che aveva (ha) quel poco di arretrati sul groppone, e i proprietari del suddetto palazzo (ai quali io invierei le bollette: in fondo i padroni sono loro e qui siamo in un caso evidente di esproprio proletario, di sessantottina memoria, a favore degli “ultimi”) perchè hanno così avuto modo di riflettere sulle nefaste conseguenze del capitalismo selvaggio affamatore delle masse popolari e portatore di egoistiche pretese, tipo quella che si paghi la corrente da parte di chi la consuma.
Resto in attesa di sapere se il cardinale sarà perseguito in qualche maniera (anche se mi immagino che gli autori dei mirabolanti elogi di questo gesto passeranno subito a identificare il termine “perseguire” con il termine “perseguitare”), perchè se quel gesto costituisce un reato come minimo bisognerà istruire un processo. Dio non voglia che passi l’idea che il potente di turno, anche se è vestito da operaio, possa sentirsi autorizzato a infrangere la legge, sicuro dell’impunità dovuta alle buone intenzioni e alla tonaca rossa sotto il vestito da operaio. Sarebbe, questo, un pessimo messaggio lanciato ai delinquenti e a chi, non essendo ancora delinquente, potrebbe cominciare a coltivare il pensierino di diventarlo: “Tanto anche se ci prendono non ci fanno niente”, diceva al telefono un membro della baby-gang sgominata a Como qualche mese fa. Frase inquietante, che non ha certo bisogno di essere confermata dai fatti.
Se invece riattivare la corrente che è stata tolta per morosità non è un reato, mi permetto di dare un consiglio a tutti gli sprovveduti (me compreso) che finora hanno speso un mucchio di soldi per pagare le bollette arretrate di tanti e far riattivare luce e gas (la Caritas di Milano ha appena pubblicato un dato impressionante: nel 2018 ha pagato seimila bollette della luce. Siccome quelle che paghiamo io e la parrocchia di Grandate a chi non è in grado di farlo di tasca propria ammontano a 80 euro in media per la luce e 150 euro per il gas, lascio fare a voi il conto dell’esborso della Caritas di Milano).
E il consiglio è questo: assoldare un elettricista che riattacchi la luce a chi non ha pagato la bolletta. Ovviamente è importante che l’elettricista abbia l’accortezza di lasciare sul contatore un biglietto da visita con le generalità e il numero di telefono di chi l’ha inviato a ripristinare, oltre alla corrente, un minimo di giustizia sociale. Così se qualche magistrato un po’ eccentrico, preso da foga persecutoria e in vena di abusi di potere, volesse accusare qualcuno avrebbe subito la possibilità di prendersela con la persona giusta, senza accanirsi con il povero elettricista, semplice esecutore di ordini superiori.
E se poi l’elettricista, preso da assurdi scrupoli o, peggio, ancora incapace di cogliere il valore profetico di tale gesto, si rifiutasse di ripristinare la corrente, allora direi che preti, direttori della Caritas e, perchè no, occupanti abusivi di case e tutti quelli che non hanno possibilità e/o voglia di pagare la bolletta, facciano un corso intensivo per avere il diploma di elettricista, così da poter intervenire personalmente senza correre il rischio di essere perseguiti per il grave reato di esercizio abusivo della professione.
Così facendo gli enti e i singoli cattolici in Italia risparmierebbero milioni e milioni di euro, che potrebbero essere destinati a tanti altri bisognosi. Cercasi urgentemente elettricista!
don Roberto