30 gennaio 2023
Virtù teologale, la carità. Il moto del cuore che ci permette di farci prossimo, di sostenere con l’aiuto materiale e spirituale i fratelli e le sorelle che sono nel bisogno.
Guardiamo a questo significato, che, ovviamente, non esaurisce i contenuti del termine. Proviamo a pensare a quanto sia stata e sia importante la carità nella storia della Chiesa. Il mondo sarebbe infinitamente più povero se in due millenni non ci fossero stati milioni di esseri umani che si sono presi cura dei loro simili. E non consideriamo solo i grandi santi, cosiddetti “della carità”, che hanno alleviato le sofferenze di coloro di cui nessuno si interessava, degli emarginati, degli esclusi.
Guardiamo, invece, a quanti, ancora oggi, con umiltà, nelle nostre piccole comunità parrocchiali stanno accanto agli anziani, ai malati, ai poveri. A chi raccoglie e consegna generi alimentari, accompagnati da un sorriso, agli indigenti; a chi, senza farsi pubblicità, paga la bolletta del vicino che è in difficoltà economica; a chi va periodicamente a trovare gli anziani nelle case di riposo. E si potrebbe continuare all’infinito, perchè la carità ha una grande fantasia e scopre che nessuno è tanto povero da non aver niente da donare.
Quanto sarebbe più brutto e cattivo il mondo senza queste persone! Grazie al Cielo, poi, i cristiani non sono gli unici ad impegnarsi. Tuttavia è innegabile che il cristiano ha la carità nel DNA, non resta indifferente davanti alla sofferenza, si organizza e opera, soccorrendo l’umanità dolente. Non ci appuntiamo medaglie al merito e sappiamo che ancora c’è da fare per ognuno di noi, e però non possiamo disconoscere questo grandioso contributo della Chiesa alla vita del mondo.
Il discepolo prima che “fare” carità “è” carità. Fa parte della nostra essenza radicalmente trasformata dal Battesimo, che ci ha reso uguali a Gesù. E, come Gesù, diamo noi stessi per rendere presente il progetto d’Amore che Dio ha per il mondo. Non siamo i più bravi e neppure i più intelligenti, però abbiamo Qualcuno che ha donato se stesso per noi, chiedendoci di fare come ha fatto Lui. Ed è questo che nutre e guida l’impegno del cristiano.
don Roberto