15° agosto 2016
Il 9 luglio è morto il card. Silvano Piovanelli, per tanti anni vescovo di Firenze.
Mi ha commosso leggere il suo testamento spirituale, dettato al segretario il 13 giugno, pochi giorni prima di morire, e che meriterebbe di essere gustato per intero.
Ne riporto qualche brano.
“Sono in dirittura d’arrivo e tutta la mia è rivolta verso il Signore, il quale ha riempito la mia esistenza.
Lui solo non ha abbandonato mai, per un istante, il mio cammino nel tempo.
Il Signore ha talmente accompagnato ogni mio passo che non mi sono mai sentito solo ed è proprio Gesù che ora mi apre le braccia. Posso dire che passo dopo passo Lui è stato al mio fianco e ha riempito la mia mente, il mio cuore, tutto di me”.
Mi sembra bello constatare che un uomo di potere (e un vescovo è sempre anche un uomo di potere) riconosca alla fine della propria vita che l’unica persona veramente importante è Gesù, l’Unico che resta accanto, che colma la solitudine e il vuoto che vivono quanti sono circondati da tanti e amati da pochi.
E comunque nessuno ci ama come ci ama Gesù!
“Attraverso di Lui ho sentito di essere fratello di tutti gli uomini, particolarmente dei poveri, dei malati e delle persone sole e abbandonate.
Io sono nato povero e nonostante una vita di contatti con tante persone, tante situazioni e nonostante il mio percorso nella Chiesa sono rimasto povero e quindi non ho nulla da lasciare; ho da lasciare soltanto amore, l’amore con cui ho cercato di incontrare gli altri”.
Meraviglioso!
Trovare un vescovo povero, che non ha nulla da lasciare perchè non ha accumulato nulla nella vita nonostante il suo percorso nella Chiesa!
Mi ha impressionato quel “nonostante”.
Vuol dire che non è facile mantenersi poveri quando si ricopre un certo ruolo, ma ce la si può fare.
Ed è importante che l’opinione pubblica sappia che, insieme a cardinali che si dedicano alla collezione di armi (Calcagno. Chissà a chi le lascerà nel testamento?), ce ne sono altri che sono riusciti a non sporcarsi con lo sterco del demonio.
Ma questo, infondo, è il mistero della Chiesa, da sempre luogo di convivenza di santi e di grandi peccatori. E noi, che cardinali non siamo, da che parte decidiamo di stare?
don Roberto