10 luglio 2017
Gli organi di “informazione” continuano a dare una notizia strepitosa: fa caldo.
Una volta insegnavano che un cane che mordeva un uomo non faceva notizia, mentre un uomo che mordeva un cane sì.
Cioè la notizia, per essere tale, dovrebbe avere come oggetto qualcosa di strano.
Se a gennaio ci fossere 35 gradi, quella sarebbe una notizia.
E invece… Invece siamo in estate ed è normale che faccia caldo. E’ così necessario ribadirlo ad ogni piè sospinto?
Ho l’impressione che in chi cura l’informazione ci sia una volontà sadica, una voluttà nel creare ansie, paure, psicosi.
E ci si immagina già le camere mortuarie degli ospedali piene di poveri anziani uccisi dal caldo mentre andavano a fare la spesa a piedi tra mezzogiorno e l’una, senza neanche un cappellino.
Oppure risse davanti alle fontane e alle lavanderie, dove torme di persone di ogni età in cerca di refrigerio e disposte ad uccidere pur di avere qualche goccia d’acqua sulla testa dimostrano tutta l’animalità dell’essere umano, che vuole sopravvivere ad ogni costo.
La vita è già piena di problemi. Perchè crearne artificiosamente altri? Perchè enfatizzare un fatto normale e causare paura? Non siamo già troppo insicuri, senza bisogno di altre cause di debolezza? Perchè i temporali sono diventati “bombe d’acqua”? E perchè quando il termometro supera i trenta gradi si entra in una “bolla di calore”, che solo la parola ti fa soffocare?
Forse è perchè si vuole criminosamente indurre le persone a guardare il lato negativo di quello che capita, a lamentarsi di quello che è semplicemente quotidianità, a vedere sempre il problema e mai l’opportunità.
Già, l’opportunità.
Come si fa a gustare una bibita fresca se non fa caldo? Come si fa ad apprezzare una doccia se non fa caldo? Come si fa a buttar fuori un mucchio di tossine sudando se non fa caldo? Come si fa ad apprezzare il fresco se non abbiamo provato il caldo?
Stupidaggini? Mica tanto! Siamo talmente indotti a vedere e sentire solo il negativo che non sappiamo più vedere e, di conseguenza, apprezzare il positivo.
Che è molto di più! Che vita orribile ci vogliono indurre a fare!
Anche perchè, di lamentela in lamentela ci stiamo avvicinando all’inverno. Vogliamo scommettere che farà freddo? Che addirittura ci saranno le gelate? E qualche nevicata in montagna, con qualche camion che si metterà di traverso sulla Cisa perchè l’autista pensava di essere nel deserto di Gobi e non aveva le catene?
E se tutto ciò non dovesse capitare, vi immaginate che coro funebre nel descrivere fiumi in secca e raccolti bruciati prima ancora di spuntare dal terreno?
Purtroppo la lamentela è contagiosa e non aiuta di certo a vedere le meraviglie di Dio.
Ma è contagiosa anche la speranza, soprattutto quella che si fonda sulla Risurrezione di Gesù e sulla presenza salvifica del Padre nella nostra vita e in quella del mondo.
Sarebbe bello, allora, non lamentarci più! Nè del caldo nè dei temporali (perchè dopo due giorni siam già stufi anche di quelli e il caldo tanto aborrito lo rimpiangiamo amaramente, soprattutto se i temporali ci sono quando noi siamo in ferie).
Ma sarebbe pretendere troppo. Forse è più fattibile lamentarsi di meno. Proviamoci!
don Roberto