26 febbraio 2018
In un clima dove la normalità prevede crocifissi tolti dalle pareti, presepi esiliati dalle scuole, canzoncine natalizie con “Perù” al posto di Gesù, preti e vescovi che fanno a gara per partecipare alle celebrazioni del Ramadan, mi allarga il cuore e mi riempie di cattolico orgoglio la notizia che i bambini grandatesi che frequentano le scuole elementari non mangeranno carne nei venerdì di Quaresima. La proposta è stata avanzata dai rappresentanti dei genitori nella commissione mensa ed è stata accolta dall’assessore e dalla docente referente e quindi inoltrata alla società che gestisce la mensa scolastica, che l’ha accolta senza problemi. “In tempi in cui si usano giustamente tante accortezze per le altre tradizioni ci sembra giusto tutelare anche la nostra religione”, hanno dichiarato i genitori. Mi immagino già i commenti dei benpensanti e degli apostoli del dialogo ridotto sempre più a un monologo (degli altri!): genitori grandatesi retrogradi e nostalgici di un tempo che fu, incapaci di vedere il nuovo che avanza e di adeguarsi alle nuove esigenze del mercato religioso, che prevede un cattolicesimo in ribasso e ormai costretto, per sopravvivere, a offrire saldi e sconti su tutto il proprio patrimonio.
Effettivamente l’aria che tira al giorno d’oggi é quella di un cammino inarrestabile verso un sincretismo religioso al quale fanno paura le posizioni forti. Si preferisce una fede del dubbio, senza vere e radicate convinzioni, sempre aperta a contributi che la mettano in seria crisi, perchè è importante porsi delle domande più che darsi (e dare ) delle risposte. Io, invece, sono proprio contento che a Grandate ci siano ancora genitori per i quali le tradizioni religiose rivestono importanza. E questa loro presa di posizione fa capire come si possa fare sempre qualcosa per il proprio credo in base al ruolo che si riveste. La capissero, questa cosa, tanti politici che si appicciccano addosso l’etichetta di “cattolici”!
Ogni discepolo di Gesù è chiamato a essere lievito nella pasta, a gettare semi di Vangelo in tutti i terreni, lasciando a Dio il compito di farli germogliare.
Chissà se i bambini di Grandate riusciranno a capire il senso profondo di quel pesce o di quella pizza portata in tavola il venerdì? Chissà se li collegheranno alla morte di Gesù?
Potranno farlo se i catechisti e il sottoscritto coglieranno l’occasione offerta dalla richiesta dei genitori. Ognuno ha il proprio compito. E in questa occasione si è proprio visto realizzato quello dei laici.
Complimenti ai genitori!
don Roberto