21 agosto 2017
La cronaca locale degli ultimi giorni riporta due episodi che mi hanno fatto pensare.
Un giovane nigeriano ha aggredito tre ragazze in piazza Vittoria, a Como. L’intervento dei clienti di un bar l’ha fatto fuggire e poi la Polizia l’ha arrestato.
Aveva in tasca un decreto di espulsione. E, ovviamente, gliene hanno dato un altro.
Di più non è stato possibile fare, dal momento che quel tipo di reato è perseguibile penalmente solo dietro denuncia della parte lesa. Me lo immagino già mentre si precipita terrorizzato sul primo mezzo di trasporto in partenza per la Nigeria perchè, si sa, con le Autorità italiane non si scherza.
Il secondo episodio è accaduto a Monte Olimpino, dove un gruppo di “richiedenti asilo”, già impegnato in una rissa, ha pensato bene di prendere a sassate la Polizia intervenuta a sedare la suddetta rissa.
Il tutto si è concluso con l’arresto di quattro migranti. Che, forse, saranno espulsi, visto che la decisione ultima spetta al Prefetto, anche in presenza di reati.
E che dire degli arresti di alcuni giovani africani per spaccio di droga nella zona dei giardini a lago?
Qualche mese fa il Parroco e il Consiglio pastorale della Comunità di San Bartolomeo in Como avevano espresso, attraverso una lettera aperta, perplessità e preoccupazione per la situazione che si era creata a San Rocco, vista la presenza di troppi migranti accampati fuori dall’Oratorio senza alcun controllo.
Recentemente lo Stato italiano ha dato qualche timido segnale di vita e, sulla spinta delle Procure di Trapani e di Catania, ha iniziato a prendere provvedimenti che regolassero il “soccorso” prestato dalle ONG (Organizzazioni Non Governative) alle imbarcazioni che trasportano migranti. E lo stesso hanno iniziato a fare (sembra con notevole efficacia) le Autorità libiche, decise a riprendere il controllo delle proprie acque territoriali.
Alcune anime candide (per esempio la nostra Presidente della Camera, Laura Boldrini) hanno criticato i provvedimenti del nostro Governo, che ha invece riscosso il plauso del card. Bassetti, presidente della CEI. L’accoglienza dovrebbe andare di pari passo con la legalità.
Ci può essere autentica carità dove si tollera che la dignità umana venga calpestata e i reati vengano passati sotto silenzio?
E’ mancare di carità dire che desta qualche preoccupazione vedere tutti quei gruppi di giovani bighellonare per Como senza far nulla?
E risparmiatemi, per favore, il solito discorso buonista che ” i reati li commettono anche gli italiani e che anche gli italiani sono sfaccendati”.
Questo lo sanno tutti.
Ma forse non basta a giustificare una reale incapacità di gestire in modo adeguato un fenomeno che è fatto di persone, le quali hanno diritto ad una dignità, ad un lavoro, e hanno il dovere di impegnarsi per la Comunità che li ospita e li mantiene.
L’inerzia e la sottovalutazione dei rischi fanno sì resti innescata una bomba sociale, che per ora dà luogo solo all’esplosione di qualche petardo, ma poi? Senza contare l’impatto che ha sull’opinione pubblica il costo economico di tutto questo. Soprattutto in un periodo nel quale tante famiglie, residenti in Italia, sono costrette a tirare la cinghia. Sono tanti gli atteggiamenti che incitano all’odio, magari anche quelli di chi accoglie in modo indiscriminato.
Dobbiamo educare ed educarci all’accoglienza, certo.
Ma forse dovremmo educare ed educarci anche al discernimento.
Ci aiuti lo Spirito Santo.
don Roberto