12 febbraio 2018
Ci risiamo! La parrocchia di Grandate rende noto il suo bilancio, nella convinzione che la trasparenza è un valore prezioso, in particolare per quegli enti che vivono di offerte e, comunque, di beni in certo modo collettivi.
In questi giorni, per esempio, il quotidiano economico tedesco “Handelsblatt” ha criticato aspramente le diocesi cattoliche della Germania perchè solo alcune di esse pubblicano i bilanci, nonostante l’introito di 6,15 miliardi di euro ottenuto attraverso la tassa ecclesiastica che pesa per il 9% sul reddito dei tedeschi.
In Italia solo la diocesi di Padova ha reso pubblico il proprio bilancio.
E’ proprio difficile far entrare nelle teste ecclesiastiche l’idea che pubblicare il bilancio significa dimostrare di non avere niente da nascondere. La gestione economica dei nostri enti è uno dei segreti meglio custoditi al mondo. Eppure dovrebbe essere normale per chi vive dei soldi dei fedeli rendere possibile a tutti la verifica di come vengono spesi o investiti i denari.
Qualche speranza, per la nostra diocesi, mi viene dalle parole del vescovo, che negli Orientamenti pastorali dice al numero 69 : “In tutte le nostre comunità dovremmo interrogarci su come rendere concreto uno stile di solidarietà e di misericordia verso gli ultimi, sui criteri che guidano l’uso del denaro…”.
Perfetto! Si potrebbe partire, appunto, dal denaro a disposizione della diocesi e, una volta verificatane la quantità, apprezzare (o non apprezzare) i criteri che ne ispirano l’utilizzo: la pubblicazione del bilancio della diocesi sarebbe davvero una svolta epocale e una testimonianza bellissima, a fronte di tante illazioni e di tanti scuotimenti di testa quando si parla dei soldi della Chiesa.
Mi sovvengono altre parole del vescovo rivolte alla commissione preparatoria del Sinodo: “Vorrei che emergessero proposte concrete, anche nuove,ma possibili, al di là del buon senso comune. Vorrei che la nostra Chiesa osasse affrontare le sfide aperte, proponendo anche scelte profetiche che inquietano…”.
Più scelta profetica inquietante della pubblicazione del bilancio che cosa c’è?
E allora, forse, è arrivato il momento.
don Roberto