4 luglio 2016
Si fa tanto parlare di assenteismo, di dipendenti pubblici che “timbrano il cartellino” e poi vanno al bar o a fare la spesa o a fare il secondo lavoro.
E tutti proviamo una forte indignazione verso costoro, che campano alle nostre spalle facendo i propri comodi.
Il governo ha approntato misure piuttosto severe (che per la maggior parte esistevano già, ma erano totalmente inapplicate. Come, temo, saranno anche queste), ma chissà se è intenzionato ad applicarle anche ad alcuni parlamentari la cui presenza alle votazioni (cioè all’atto più importante per chi esercita il potere legislativo) è, a dir poco, ridotta al lumicino.
Per quanto riguarda la Camera dei Deputati, Antonio Angelucci ( Forza Italia), proprietario di numerose cliniche private ed editore dei quotidiani “Libero” e ” Il tempo”, probabilmente perchè subissato dagli impegni relativi a queste attività ha totalizzato in questa legislatura il 99,52% di assenze; Marco Martinelli, toscano, parlamentare da dieci anni e due mesi nelle file di Forza Italia, non ha onorato della sua presenza il Parlamento nel 91,22% delle votazioni; Francantonio Genovese, deputato siciliano eletto con il PD e passato a Forza Italia nel 2015, è stato assente “solo” nell’89,2% delle votazioni.
Questi sono i peggiori di una lista che dovrebbe far vergognare i protagonisti e insorgere tutti quelli che li hanno votati (ma in realtà noi elettori non abbiamo scelto nessuno di questi, perchè la legge elettorale ci ha fatto la benevola concessione di scegliere il partito e non le persone e dobbiamo già esserne contenti e non lamentarci e anzi esserne grati ai nostri “capi”, visto che in paesi come la Cina non si può neanche scegliere il partito).
Ma sicuramente, penseranno molti, al Senato sarà tutta un’altra musica.
I senatori, si sa, da sempre sono sinonimo di dedizione, di senso dello Stato, di saggezza dovuta alla veneranda età.
Una volta, forse.
Perchè in questa legislatura Niccolò Ghedini (sì, proprio lui, l’avvocato di Berlusconi) ha partecipato a 126 (centoventisei!) votazioni su quasi 14.000 (quattordicimila!) con un tasso di assenteismo del 99,09%.
E al penultimo posto troviamo il mitico Denis Verdini, che tutto preso dal suo ruolo di traghettatore di parlamentari e dalla campagna elettorale per le amministrative che lo ha visto girare l’Italia per sostenere i candidati del PD, si è dimenticato di votare in Senato l’88,39% delle volte.
Che dire? Se l’esempio viene dall’alto…
Ma sarebbe sbagliato fare di ogni erba un fascio.
Ci sono tantissime persone serie e preparate, che svolgono ottimamente il loro compito a favore della collettività.
E qualche volta volta riescono anche ad essere apprezzate e votate (il nuovo Sindaco di Torino, Chiara Appendino, è stata descritta dalla presidente della commissione cultura del Comune come “l’unica che prendeva appunti durante tutte le riunioni e faceva sempre interventi documentati, competenti e costruttivi).
Sarà banale dirlo, ma non dobbiamo mai dimenticarci che esiste anche il bene e che è molto più grande del male.
E per uno che sbaglia e finisce su tutti i giornali ce ne sono centinaia che lavorano bene e onestamente.
Ma il bene non si pubblica sui giornali.
don Roberto