2 gennaio 2017
Come sempre inizia l’anno con una serie infinita di previsioni.
Oroscopi piuttosto che profezie “scientifiche” riguardanti l’economia, la politica, il clima imperversano e ognuno dice la sua.
Con quale reale fondamento non è dato sapere.
E noi che cosa prevediamo per il nuovo anno?
Verrebbe facile augurarsi che vada un po’ meglio di quello appena concluso, funestato da cataclismi naturali, da terribili atti di terrorismo, da una crisi economica che morde ancora.
Ma forse non è sufficiente “augurarsi che”.
Forse bisogna rimboccarsi le maniche perché ognuno di noi è chiamato a dare il proprio contributo per migliorare il mondo in cui viviamo.
Non possiamo far finta di vivere su Marte, non possiamo sempre addossare agli altri la colpa delle cose che non funzionano, non possiamo limitarci a non fare niente di male, senza però fare neanche niente di bene.
In fondo il nostro mondo l’abbiamo costruito e lo costruiamo anche noi.
È vero che chi si trova nelle stanze dei bottoni ha molte più possibilità di bene e di male, ma anche chi vive una semplice vita di famiglia, di studio, di lavoro, di normali relazioni sociali può dare un’impronta positiva o negativa a tutto questo.
I nostri comportamenti hanno sempre una valenza sociale.
Ed è inutile che ci lamentiamo delle tasse alte e dello sfacelo economico dello Stato quando siamo i primi a non volere la fattura perché così risparmiamo o a non esigere lo scontrino perché “cosa vuoi, povero negoziante, deve campare anche lui”.
Un nuovo anno pieno di impegno, dunque!
Perché saremo anche piccole gocce nell’oceano, ma senza le piccole gocce non ci sarebbe l’oceano.
” Signore aiutami a lasciare questo mondo un po’ migliore rispetto a come l’ho trovato”: dovremmo fare nostra questa preghiera e pensare che non sappiamo quanto tempo abbiamo a disposizione per portare a termine il compito.
Vale la pena, allora, darsi da fare subito, immediatamente, senza sprecare nessuna delle occasioni che il Signore ci offre per fare il bene perché non sappiamo il giorno né l’ora in cui saremo chiamati a rendere conto del nostro operato. Buon anno!
don Roberto