1° gennaio 2018
Inizia un altro anno e si susseguono previsioni, oroscopi, vaticinii…
L’uomo da sempre desidera conoscere il futuro. Come se credesse in una realtà già fissata, prestabilita.
E la nostra libertà? Già, perchè l’unica cosa da chiedere davvero a noi stessi, per il nuovo anno, è la capacità di esercitare bene la nostra libertà, volgendola all’altruismo, all’aiuto del prossimo, alla ricerca di un vero progresso del genere umano.
Ci fanno paura le guerre? Cominciamo ad impegnarci a non farle noi, in famiglia, con i vicini di casa. Spesso pretendiamo dagli altri quello che noi non facciamo. Pretendiamo onestà, ma siamo i primi a usare le scorciatoie. Pretendiamo trasparenza, ma siamo i primi a nascondere, a dire solo mezze verità. Pretendiamo comprensione, ma siamo i primi a trinciare giudizi impietosi su tutto e su tutti. Pretendiamo impegno, ma siamo i primi a defilarci quando bisogna rimboccarsi le maniche.
Chiediamo, allora, un nuovo anno “impegnato”. Ci impegniamo noi, e non gli altri. In questo anno proveremo a costruire una società più giusta, più umana, nel nostro piccolo, in casa nostra, nel nostro lavoro, nel volontariato. In questo anno avremo ancora di più la forza di credere nei nostri ideali e di proporli a tutti, costi quel che costi. Soprattutto, in questo anno ci sforzeremo di pensare e di aiutare gli altri a farlo. E pensare da cristiani, ponendo al centro Gesù, senza altri scopi se non quello di mettere in pratica il Vangelo. Allora sarà un buon anno.
Altrimenti sarà altro tempo che scorre inerte, nel quale non cambia la nostra vita e nemmeno quella degli altri. Tempo trascorso senza attese, senza desideri, senza impegno, cercando tragicamente di “tirar sera”. Tempo al quale sopravvivere, senza viverlo.
Che sia, questo 2018, un buon anno! Auguri!
don Roberto