30 dicembre 2019
“Gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti, e il loro agitarsi è fatica e delusione, passano presto e noi voliamo via”.
Il salmo 90 propone una riflessione sulla fragilità dell’uomo e sulla caducità e brevità della vita. Certo, il tempo ci sfugge tra le mani. E’ finito, in un soffio un altro anno. E il prossimo volerà via ancora più veloce.
Ma è proprio vero che i nostri anni sono per la maggior parte carichi di fatica e di dolore? Non corriamo il rischio di avere uno sguardo distorto, troppo allenato a cogliere il male e troppo poco propenso a vedere il bene? Proviamo a pensarci seriamente: il nostro vivere è un trascinarsi da un dolore all’altro, da una fatica all’altra e basta? Non è, piuttosto, il luogo della presenza di un Dio che vuole per noi il bene, che manifesta ogni giorno il Suo Amore anche in cose piccole, minuscole, normali? Forse è proprio normale il bene. Ed è un’eccezione il male, anche se siamo convinti del contrario.
E infatti un’esperienza negativa ci segna molto più di cento positive. Eppure le cento positive ci sono state! Forse il problema è che non sappiamo apprezzare adeguatamente ciò che abbiamo.
A me sembra utile fare un esercizietto, negli ultimi giorni dell’anno. Bisogna prendere un quaderno e scrivere le cose positive dell’anno appena finito. Magari sarebbe più facile se le raggruppassimo per temi (salute, rapporti in famiglia, amicizie, lavoro, avvenimenti imprevisti…) e sarebbe bellissimo se mettessimo il tutto sotto forma di preghiera di ringraziamento. Sarebbe un riconoscimento della presenza salvifica di Dio nella nostra quotidianità e la verifica oggettiva del tanto bene vissuto, fatto e ricevuto. Certo, ci saranno stati anche momenti meno belli, situazioni difficili e faticose. Pensiamo anche a questi, ma senza lasciarsi travolgere dalla tristezza, senza che tutto il resto sia velato di nero. Caso mai chiediamo al Signore la forza e la fede necessarie per affrontare questi momenti mantenendo la serenità dell’anima.
Non sprechiamo gli anni lamentandoci di tutto, anche “di gamba sana”, come diceva la mia nonna. Forse la vita merita un altro approccio. Forse Dio merita più considerazione.
don Roberto